Vespucci-Colombo, oltre l’accoglienza

Livorno, la dirigente Francesca Barone racconta il suo istituto fra stranieri e disabilità: "Una scuola molto complessa, ecco perchè"

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di Michela Berti

Sono 1600 gli studenti che frequentano l’istituto superiore Vespucci-Colombo. Una scuola che sale al sesto posto su 450 in Toscana per la complessità che poi è la fotografia del quadro cittadino. "Per me è una scuola unica – dice la dirigente Francesca Barone – dislocata in tre sedi: dall’indirizzo artistico a quello commerciale, dal professionale ai corsi serali e la sezione carceraria". Una complessità legata anche al numero di studenti con disabilità e con bisogni educativi specifici. "Dall’inizio dell’anno scolastico – dice la dirigente – abbiamo accolto 15 studenti stranieri che non parlavano una parola di italiano. Per questo abbiamo attivato la mediazione linguistica che permette di accompagnare l’alunno nell’apprendimento dell’italiano". Dall’arabo al cinese, dall’egiziano al peruviano, il Vespucci accoglie tutti a differenza forza di altre scuole superiori dove viene fatta una maggiore selezione. Un’accoglienza che diventa un punto di forza nella formazione dei ragazzi alle prese con esperienze così diverse. "Devo dire però – continua la Barone – che da giugno a settembre ho dovuto esaminare ben 200 richieste di accoglienza di studenti che avevano scelto altre scuole. Ne ho accolti 50 ma questo numero, così elevato, indica che c’è un problema di orientamento alla fine delle media. Si crea un effetto fisarmonica che ha ripercussioni anche nell’organizzazione delle classi". Proprio su orientamento e accoglienza, la prof ha chiesto di coinvolgere tutti gli istituti superiori per evitare - cosa che purtroppo accade - che ci siano scuole con una concentrazione più elevate di situazioni di disagio. "Abbiamo già fatto un primo incontro con il provveditore – aggiunge la dirigente – perchè questo problema si può risolvere solo se ci mettiamo tutti allo stesso tavolo". La prof Barone ha molto a cuore la sua scuola, la famiglia vive a Roma ma lei ha scelto di rimanere al Vespucci-Colombo per restituire tutta quella esperienza che ha maturato nelle multinazionali. Ha frequentato il liceo classico poi si è laureata in matematica e ora il suo obiettivo è far tornare i conti – in termini di professionalità, formazione, dignità e prestigio - al Vespucci-Colombo.