Lo chef finisce in carcere: in casa un maxi vivaio di marijuana, sequestro da 2 milioni

Livorno, blitz della Guardia di Finanza in una villetta in periferia. Oltre 700 piante e diversi chili di stupefacente sotto sequestro

Il vivaio di marijuana sequestrato dalla Guardia di finanza

Il vivaio di marijuana sequestrato dalla Guardia di finanza

Livorno, 13 ottobre 2020 - A tradirlo è stato il forte odore che proveniva dalla serra, allestita di tutto punto per la produzione seriale di stupefacente: dal seme alla bustina. Una vera e propria azienda illecita quella scoperta dalle Fiamme Gialle di Livorno. Insospettite dalla pungente “fragranza” che si diffondeva per le strade di una desolata periferia sud di Livorno, i finanzieri hanno seguito il loro fiuto investigativo per arrivare al teatro delle operazioni: una villetta con annesso terreno, funzionale alla coltivazione, essicazione, confezionamento e stoccaggio di marijuana.

L’intera proprietà, costituita da un immobile su due piani e dalla circostante area verde, era adibita esclusivamente a laboratorio per la trasformazione dello stupefacente: semi di canapa indiana, polline, piante di diverse misure, da un centimetro a oltre due metri di altezza, lampade alogene, bilance di precisione, macchine per il sottovuoto, essiccatori, perfino un sistema di videosorveglianza in alta definizione.

Le perquisizioni hanno poi portato al sequestro di 8 chili e 600 grammi di marijuana già pronti per la vendita; di 704 piante di canapa indiana; di 87 lampade alogene alimentate da impianti fotovoltaici; dell’intera villetta di 244 metri quadrati e del terreno adiacente di 1.045 poiché dalla Procura di Livorno ritenuti strumentali all’azienda illecita.

La droga, già pronta, avrebbe reso - sul mercato al dettaglio - 17mila dosi mentre le piante, al completamento del loro ciclo vegetativo, avrebbero prodotto ulteriori 300 grammi di marijuana ciascuna, per un guadagno potenziale pari a 86mila euro per quella già pronta nonché di oltre 2,1 milioni di euro per quella da produrre.

Il proprietario dell’immobile, B.S., 46enne, agronomo dilettante e chef di professione, è stato arrestato per detenzione e produzione di stupefacenti. Su disposizione del sostituto procuratore Ezia Mancusi è adesso in carcere alle Sughere.

“Dopo aver seguito l’odore della droga – afferma il comandante provinciale delle Fiamme Gialle – seguiremo l’odore dei soldi per capire dove e come sono stati investiti i lauti guadagni dell’illecita attività”.