"Voglio solo riabbracciare i miei familiari"

Cecina, la testimonianza di Viktoria Budko, fotografa, che aspetta la madre, la sorella e il nipotino. "E’ difficile passare il confine"

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E’ un’attesa straziante. Viktoria Budko sta facendo di tutto per poter riabbracciare sua sorella Veronika, il nipotino di 9 anni e sua madre Natalia che stanno tentando di uscire dall’Ucraina.

Viktoria, 40 anni fotografa professionista, vive in Italia da 18 anni ed ha il suo studio-negozio a Cecina e3d abita a Guardistallo.

"Mia sorella è riuscita ad arrivare in auto a Leopoli a pochi chilometri dalla frontiera con la Polonia, ma ci sono lunghe attese per passare il confine – spiega Viktoria – abbiamo paura che possano arrivare i soldati russi e chiudere tutto. Mia madre invece è ancora bloccata a Kiev, ci sono i bombardamenti e non può lasciare il rifugio sotterraneo se non per poco tempo".

"Mio padre e mio cognato – continua – invece sono stati richiamati dall’esercito, loro non potranno lasciare l’Ucraina. Vorrei almeno accogliere, mia sorella, mio nipote e mia madre.

Con mia sorella c’è un rapporto speciale, quando i miei genitori lavoravano e lei era piccola io le ho fatto un po’ da madre, mi sembra impossibile che ora debba fuggire da casa per una guerra che non ha nessun senso". Viktoria è in contatto con le istituzioni italiane, con il Comune e con la Regione.

"Spero di poter accogliere qui i miei familiari – dice Viktoria – almeno le donne e i bambini della famiglia. Ma ho paura perché questa guerra è davvero terribile, stanno sparando anche sulle città e sui civili.

E Viktoria non è la sola che teme per i parenti in Ucraina. A Cecina e nella provincia di Livorno ci sono tanti cittadini e cittadine dell’Ucraina che lavorano ormai da anni qui e che si sono inseriti nella nostra società.

"Quando vedevamo in televisione le guerre in paesi lontani – afferma Viktoria – ci rendevamo conto della sofferenza delle persone, ma questa volta è diverso, non solo perché la viviamo sulla nostra pelle, è diverso perché sono persone che vivono come noi, in città come le nostre, è una guerra molto vicina all’Italia. Io spero solo che resti un barlume di umanità e buon senso e si fermino le armi".

Luca Filippi

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