"Vorrei riportare a casa mio figlio"

Piombino, la battaglia di Mauro che da dieci anni ha i suoi ragazzi affidati ’momentaneamente’ a strutture

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Mauro Gianfaldoni 72 anni piombinese, da anni lotta per due dei suoi figli, assegnati ormai da quasi dieci anni ’momentaneamente’ a delle case famiglia. Lotta per riportarli a casa. Ma adesso la sua maggiore proeccupazione è per il figlio che fra poco compirà 18 anni e che da mesi è in una casa famiglia a Firenze. "Il più piccolo è a Quercianella, ma malgrado tutto sono tranquillo, è assistito e curato. Mi proeccupa l’altro. Non è controllato, fa cosa gli pare. Mi hanno chiamato più volte perchè la sera non rientra. Ho fatto anche denuncia ai carabinieri. Vive allo sbando - incalza Gianfaldoni - non è controllato, abita con dieci ragazzi, non si cura, non ha regole da rispettare. Sono disperato, quando uscirà da quella struttura non avrà imparato niente e mi preoccupa chi frequenta fuori, non so niente. A rovinarsi ci può mettere un attimo e chi dovrò ringraziare poi". Gianfaldoni in tutti questi anni non ha mai perso la patria potestà. E’ un genitore rispettabile che quando ha avuto bisogno, siamo nel 2014, ha solo chiesto aiuto alle strutture preposte. Poi però la burocrazia, i tempi lunghi in maniera ingiustificata, hanno fatto cadere l’uomo in una spirale perversa. Un girone dantesco. "Asl e giudici forse non comunicano - continua - il giudice mi ha detto che sono idoneo a fare il padre, ma che non ha tutte le carte per pronunciarsi. Vado all’Asl dagli assistenti sociali e prendono tempo. E questa tiritera va avanti da mesi. Rivoglio mio figlio a casa, prima che sia troppo tardi. Ci sono tutte le condizioni perchè torni a stare con me. Questi rinvii potrebbero distruggere il suo futuro".

m. p.