Piombino, firmato l'accordo: acciaierie da Cevital agli indiani di Jsw

La soddisfazione del ministro Calenda e del presidente della Regione, Rossi

La foto della firma pubblicata su Twitter dal ministro Calenda

La foto della firma pubblicata su Twitter dal ministro Calenda

Piombino (Livorno), 17 maggio 2018 - E' stato firmato stasera al Ministero dello Sviluppo economico al termine di una lunga e complessa trattativa il passaggio delle acciaierie Aferpi (ex Lucchini) di Piombino dal Gruppo Cevital al Gruppo indiano JSW. Lo si legge in una nota del Mise.

Il ministro Carlo Calenda e il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi "esprimono soddisfazione per la positiva conclusione di una vicenda che metteva a rischio uno dei più importanti poli siderurgici italiani ed il posto di lavoro di 2000 persone. Il Ministero e la Regione monitoreranno attentamente i prossimi sviluppi e il rispetto di tutti gli impegni".

 

"Aspetto di vedere l'atto e spero che inizi un nuovo ciclo per ritornare a produrre acciaio", e "spero che tutti i 1950 dipendenti di Aferpi siano passati a Jindal. Poi spero ci saranno anche risposte per l'indotto, vediamo cosa dirà il piano industriale". Così Mirko Lami della Cgil Toscana, e ex operaio Lucchini, commentando la firma dell'accordo per il passaggio delle acciaierie di Piombino dal gruppo Cevital al gruppo indiano Jindal. «Ci sarà da capire cosa c'è scritto nei dettagli del piano industriale - ha aggiunto - che dovrà prevedere tutta la strumentazione per la produzione dell'acciaio e, quindi, il maggior numero di dipendenti possibili".

"La notizia è positiva perché chiude un situazione di impasse e stallo che si era determinata, ora vediamo il piano industriale, vediamo cosa ha in testa l'imprenditore e cosa vuole realizzare. L'altro passaggio è quello dell'occupazione, posto che subentrando si prendono l'impegno di tenere tutti i lavoratori, su questo non c'è discussione, è chiaro che saranno necessari degli ammortizzatori, a rotazione, perché, presumo, ci vorranno dei tempi per mettere tutto a posto" e ripartire con la produzione. Lo ha detto il segretario della Fiom di Livorno David Romagnani. "Fintanto che non vedremo il piano industriale è azzardato fare qualsiasi ipotesi", ha aggiunto. "Oggi le indiscrezioni parlavano di una forchetta che va da 1500 a 1800 lavoratori" che potrebbero passare a Jindal, "una volta a regime. Anche qui si tratta di capire se con uno o due forni se con tre o quattro treni di laminazione", ha concluso il segretario della Fiom livornese.