La Fiom Cgil: "Raffineria da riconvertire tutelando occupazione e ambiente"

Dura nota della segreteria provinciale di Livorno: "No a un nuovo impianto per lo smaltimento delle plastiche"

Raffineria Eni stabilimento di Livorno (foto di repertorio)

Raffineria Eni stabilimento di Livorno (foto di repertorio)

Livorno, 12 gennaio 2023 - Sulla vicenda dell'impianto di smaltimento delle plastiche in area Eni interviene la segreteria provinciale della Fiom-Cgil.

Di questo progetto di smaltimento plastiche "non conosciamo l'esistenza - attacca il sindacato -. La Fiom provinciale ritiene tali posizioni sbagliate, anche alla luce del documento politico approvato all’unanimità a conclusione del recente congresso Cgil, che chiede la riconversione della raffineria di Livorno finalizzata alla tutela occupazionale e ambientale. La Cgil, la Filctem-Cgil e la Fiom-Cgil con tutti i lavoratori delle imprese di appalto Eni stanno da tempo cercando, tutti insieme, di creare le condizioni per far sì che gli investimenti annunciati dalla multinazionale arrivino nel nostro territorio per consentire una riconversione dell'attuale sito petrolchimico. Una riconversione che vada verso l’eco-sostenibilità dei prodotti, che garantisca il mantenimento del livello occupazionale e - non ultimo per importanza - che avvii un percorso di risanamento ambientale. Progressivo risanamento ambientale che la città si aspetta e merita, e che solo la continuità delle attività produttive possono garantire, con una attenta e tenace contrattazione che destini parte dei proventi a questa finalità".

"Gli sforzi prodotti anche dalla Fiom - prosegue il sindacato nella sua nota - hanno portato prima le amministrazioni locali, poi la Regione Toscana (la quale si era presa l'impegno di utilizzare i propri canali per portare la questione a livello nazionale) ad assumere l’impegno a sollecitare un tavolo dedicato al Mise. Lo scopo oggi quantomai prioritario è infatti dare continuità e concretezza alle dichiarate intenzioni di Eni (la quale aveva individuato Livorno come possibile sito industriale per la riconversione) e quindi avere un piano industriale e contezza degli investimenti nella direzione del mantenimento di una manifattura importante. Come Fiom riteniamo che inquinare una linea rivendicativa con problematiche già affrontate e superate metta a rischio le volontà di investimento faticosamente messe in campo e rischi di offrire la sensazione di una linea sindacale confusa, che non solo nessuno può permettersi, ma che proprio non esiste".

"Ogni crisi aziendale ha le sue dinamiche - conclude la Cgil - e su ciascuna il sindacato in generale e la Fiom in particolare, sempre offre la propria solidarietà, comprensione e disponibilità a spendersi nelle iniziative messe in campo, così come sappiamo che le possibili soluzioni non possono mettere a rischio le possibile soluzione di altre crisi".