I sindacati: "Ma il porto di Livorno è stato completamente dimenticato dal governo"

Cgil, Cisl e Uil: "All'interno del Pnrr non sono previste risorse per rilanciare il nostro scalo, serve un sensibile cambio di marcia"

Il porto di Livorno

Il porto di Livorno

Livorno, 21 maggio - "Il porto di Livorno è stato completamente dimenticato dal governo. All'interno del Piano nazionale di ripresa e resiliemza (Pnrr) non sono infatti previste risorse per rilanciare il nostro scalo. Tutto ciò è inaccettabile e non fa altro che ampliare il divario competitivo tra la Toscana costiera e quella centrale".

Lo dichiarano Giuseppe Gucciardo (Filt-Cgil), Gianluca Vianello (Uiltrasporti) e Dino Keszei (Fit-Cisl)

"Della Darsena Europa - proseguono i tre sindacalisti - all'interno del Pnrr non c'è nessuna traccia. Nessun investimento previsto neanche per sviluppare le infrastrutture viarie connesse al rilancio portuale. Un vero e proprio schiaffo alla città di Livorno e a tutti i lavoratori e alle lavoratrici che operano all'interno di esso. Fa riflettere inoltre che all'interno del decreto legge 59 dello scorso 6 maggio (“Misure urgenti relative al Fondo complementare al Pnrr e altre misure urgenti per gli investimenti”) si prevedano invece 700 milioni di euro per il cold ironing, quando è di tutta evidenza che tale strumento non funziona. Forse la politica ha la memoria corta? Basterebbe ricordare che l’impianto pilota da 5 milioni di euro costruito a Livorno per una banchina in realtà non ha mai erogato elettricità alle navi poiché queste al momento non dispongono della “presa” necessaria a cui attaccare la spina".

"Serve un sensibile cambio di marcia - concludono Gucciardo, Vianello e Keszei -. Il porto di Livorno non può continuare ad essere dimenticato, ha bisogno di investimenti e di risorse importanti per il suo sviluppo. Al governo e alla politica locale chiediamo più coraggio: in ballo c'è il futuro dell'economia livornese di centinaia di posti di lavoro. Il governo deve garantire anche al nostro scalo un futuro.