"Sono finito nella gogna mediatica, ho querelato chi mi ha diffamato"

Il segretario del circolo Pd Collinaia Paolo Cecchi passa le carte all’avvocato a pochi giorni dal congresso. Nel mirino alcuni iscritti del partito. "Ingiurie infondate anche per la Commissione di garanzia"

Paolo Cecchi

Paolo Cecchi

Livorno, 3 febbraio 2023 - Sarebbero tre le persone raggiunte da notifica perché querelate, come anticipato da "La Nazione/Il Telegrafo", dal segretario della sezione Pd di Collinaia Paolo Cecchi. L’assessore al bilancio Viola Ferroni sarebbe destinataria di una notifica, non ancora ricevuta. Le altre non sono ancora arrivate al mittente, ma si fanno i nomi di due giovani "compagni". Il segretario Cecchi ha querelato perché si è sentito diffamato in occasione del tesseramento di un gruppo di senegalesi (tessere poi ritirate) alla sezione di Collinaia.

"Come segretario del circolo Pd Collinaia Scopaia – è la lettera di Cecchi – dopo essere stato diffamato insieme al circolo che rappresento, sia sulla stampa che attraverso un social, diffamazioni viste anche dalla mia famiglia in un momento particolare in quanto ero ricoverato in ospedale. Dette ingiurie si sono rivelate infondate, in quanto sia la mia persona sia il circolo Pd di Collinaia Scopaia sono stati giudicati dalla Commissione di Garanzia della Federazione di Livorno non rei dei fatti contestati da persone del Partito del quale mi onoro insieme ai miei iscritti di fare parte. Comunico agli iscritti del mio circolo, a quelli del Pd e all’opinione pubblica di aver presentato querela nei confronti di coloro che si sono resi responsabili di tali azioni diffamatorie".

Qualche giorno fa, sul profilo Facebook del circolo Pd Collinaia, l’amministratore della pagina ha scritto: "Mi dispiace di più che non ci sia stato un muro a tua protezione, soprattutto da chi conosci da anni. C’è stato un fuggi fuggi generale, addirittura anche da gente che col PD non c’entra ma è socio in cooperativa, e questo solo perché è piu semplice girare le spalle nel momento dell’infamia che credere nell’onestà della persona. Ci davano per morti, per disonesti e addirittura ci volevano commissariare! Mi dispiace per loro ma siamo vivi e usciamo fortificati da questa vicenda, ma soprattutto abbiamo dimostrato che siamo puliti senza clamore sulle pagine dei giornali, quello lo lasciamo fare agli altri come i post sui social".