I sindaci toscani riuniti: "Non siamo un partito, vogliamo suggerire i temi cruciali"

Livorno, l'incontro nell'auditorium dei Bagni Pancaldi, a due passi dal mare. Tanti i primi cittadini toscani presenti

I sindaci all'incontro di Livorno (Foto Novi)

I sindaci all'incontro di Livorno (Foto Novi)

Livorno, 28 settembre 2019 - «Non saremo un partito e questo non è un modo per dar fastidio al Pd. Non siamo un'alternativa, ma un sostegno alla politica per fissare un'agenda di priorità che vengono direttamente dai territori».

Così Dario Nardella spiega il senso del convegno 'Le idee dei sindaci per la Toscanà in corso ai Bagni Pancaldi di Livorno dove ha convocato i sindaci di centro sinistra della Toscana in vista delle Regionali 2020 in Toscana.

Nardella è promotore di un'azione comune tra i sindaci di centro-sinistra toscani per fissare una serie di temi coordinati da presentare a chi vuol governare la Regione Toscana nella prossima legislatura. L'agenda deriverà dal confronto tra le forze politiche tradizionali e liste civiche. 

«In un contesto politico nazionale, dove l'acerrimo nemico diventa alleato di governo - dice il sindaco di Livorno Luca Salvetti, "padrone di casa" della giornata - i sindaci possono portare nell'agenda regionale le problematiche del territorio. Sono contento che sia stata scelta Livorno come sede per l'incontro di 'Sindaci per il territoriò. La nostra città ha espresso un importante segnale di cambiamento alle ultime elezioni».

Tanti i sindaci che erano presenti all'incontro. Tra i punti all'ordine del giorno, anche quello della creazione di una grande multi-utility toscana per i servizi (rifiuti, energia, acqua) competitiva ed efficiente per contrastare i big del settore che poi «distribuiscono gli utili fuori della Regione».

Oltre ai servizi, spiega lo stesso Nardella, bisogna avere il coraggio di fare le scelte infrastrutturali che collegheranno la Toscana al proprio interno e con il resto dell'Italia, perché «c'è una terza via tra immobilismo e cementificazione». In agenda anche un turismo che sia il più possibile integrato e sfrutti le infrastrutture, per dividere i turisti e non aumentarli nelle città ormai fin troppo oberate. «Non mi servono - ha aggiunto Nardella - altri turisti a Firenze, ne ho già 14 milioni l'anno».