La festa in musica per i 100 anni de Il piccolo Marat

Riproposta con successo al Teatro Goldoni l'opera di Pietro Mascagni

Una scena dell'opera (foto Augusto Bizzi)

Una scena dell'opera (foto Augusto Bizzi)

Livorno, 12 dicembre 2021 - La città ha ritrovato un altro tassello di uno dei suoi figli più famosi, Pietro Mascagni, E lo ha festeggiato con una lunga serie di applausi dedicata a ogni cantante che si presentava in scena a fine rappresentazione. Il recupero de “Il piccolo Marat”, allestito dal Teatro Goldoni con la replica oggi (domenica 12 dicembre) alle 16, a cento anni dalla sua composizione è stato infatti un modo per onorare il maestro livornese per eccellenza, che il grande pubblico conosce solo per “Cavalleria rusticana” (e qualche volta anche “Iris”), ma non per il resto della produzione che vede un catalogo molto ampio. “Il piccolo Marat”, su libretto di Giovacchino Forzano e ambientato durante la rivoluzione francese, ebbe inoltre un grande successo sin da quando fu rappresentato nel 1921 al Teatro Costanzi di Roma per poi essere allestito per ben nove recite al Teatro dal Verme di Milano e in altre città d'Italia.

D'altra parte, ascoltandola oggi, si comprende come all'epoca l'opera andasse incontro ai gusti del pubblico per la sua ampia sonorità orchestrale e per le voci portate ad accentuare i sentimenti e le caratteristiche dei personaggi. La storia riprende l'ambientazione più cupa della rivoluzione francese, quella del Terrore, dove i rivoluzionari erano diventati dittatori sanguinari. Il presidente del comitato rivoluzionario non per niente si chiama Orco, affiancato da personaggi chiamati Ladro, Tigre e Spia. Il protagonista è un principe che per salvare la madre imprigionata si arruola con gli uomini dell'Orco diventando Il piccolo Marat, nome con cui sono indicati i rivoluzionari. Lo stesso personaggio si innamora della giovane Mariella, nipote dell'Orco dal quale è vessata e maltrattata e insieme progettano la fuga insieme e la liberazione della madre.

La proposta al Goldoni, dopo un'assenza dalla città dal 1989 quando fu rappresentata a Villa Mimbelli, ha visto la regia di Sarah Schinasi muoversi in una Francia dove il tardo settecento si mescola ad ambientazioni e costumi legati a quelli del secondo conflitto mondiale per evidenziare l'atmosfera del terrore giacobino. Un'idea corretta che forse però non convince fino in fondo nel primo atto, nei momenti con le scene corali, mentre funziona meglio negli altri due. In questo contesto si muovono i personaggi con Il piccolo Marat del tenore Samuele Simoncini, la cui voce sa affrontare bene e con sicurezza lo stile verista, e con l'Orco del basso Andrea Silvestrelli autorevole nella parte scenica e vocale. Il soprano Valentina Boi riesce a dare al personaggio di Mariella il giusto impeto giovanile con una prova valida. Tra gli altri ruoli ricordiamo le ottime prove di Stefano Marchisio, che ha dato vita al Soldato, di Alberto Mastromarino (Carpentiere) e Silvia Pantani (Mamma).

Il direttore Mario Menicagli ha diretto l'opera lasciando il giusto spazio alle voci mettendo a frutto le sonorità dell'Orchestra della Toscana nel sottolineare i momenti più drammatici, con il Coro del Teatro Goldoni preparato da Maurizio Preziosi in bella evidenza. Un recupero corretto per ampliare la conoscenza del compositore da parte della sua Livorno.