Basket, "Emozioni ancora vive. E sono passati trent’anni"

La presentazione di Alessandro Fantozzi neo allenatore della Libertas. "Lavoreremo duramente per scrivere ogni pagina di questo libro"

Presentazione nuovo allenatore Fantozzi

Presentazione nuovo allenatore Fantozzi

Livorno, 18 luglio 2021 - «Quello che continua a stupirmi è che a distanza di 30 anni le emozioni di quei tempi sono ancora vive e reali, proprio come se le stessimo rivivendo". E Alessandro Fantozzi è pronto a far rivivere ancora tante emozioni al popolo libertassino in un’annata che vuole vedere ancora la Libertas Livorno 1947 al vertice del campionato di Serie B. La società ha scelto una cornice splendida come quella del Chioschino di Villa Fabbricotti per dare il benvenuto al ‘capitano’, oggi coach, con il primo abbraccio di tifosi vecchi e nuovi. "Gli anni Ottanta-Novanta sono stati magici per il rapporto di condivisione che c’era tra squadra e tifosi – sono state le prime parole di Fantozzi –, ci identificavamo l’uno nell’altro. E oggi vedo lo stesso ambiente, che mi dà una grande carica per riportare la Libertas dove merita. Proprio questa unione tra squadra e tifosi è la nostra forza, spero di vedervi numerosi al palazzetto per trascinarci in alto perché vogliamo ritornare dove meritiamo". Idolo indiscusso e bandiera libertassina, per Fantozzi saranno tante le responsabilità. "Quelle le sento di sicuro, ma è stato così ovunque abbia allenato, a maggior ragione a casa mia. Il mio atteggiamento non cambia per il fatto che la Libertas sia arrivata a una gara dalla A e sarebbe stato lo stesso anche se si fosse salvata all’ultima giornata: voglio far rendere al massimo la squadra, far esprimere al meglio ogni singolo giocatore e creare questa identificazione tra tifosi e squadra. Non vedere l’ora di scendere in campo deve essere il nostro mantra. Diritti acquisiti non ce ne sono, si parte tutti da zero e nessuno ci farà favori".

Fantozzi ha promesso dunque tanto impegno. "Ho un’etica del lavoro maniacale, ho già parlato con qualche giocatore e solo con il miglioramento individuale si cresce anche come collettivo. Lavoreremo duramente per vincere ogni singola partita, per scrivere ogni pagina di questo libro sperando che il finale sia all’altezza delle nostre aspettative". Da giocatore ad allenatore, cosa cambia? "L’approccio è il medesimo: quando ho smesso di giocare è perché non avevo più voglia di allenarmi e sapendo quanto sia fondamentale, ho deciso di allenare gli altri e basta. Se sono diventato allenatore lo devo a Massimo Giusti: non avevo intenzione ma poi mi è piaciuto. E se sono qui è per rivivere quelle stesse emozioni in un’altra veste, mi rende partecipe come 30 anni fa". Al suo fianco c’era il presidente Roberto Consigli. "Questa è una giornata speciale, il primo incontro con la città, i tifosi, i giornalisti dopo un anno molto importante, ma ci apprestiamo a viverne un altro dello stesso livello. È il coronamento di un percorso fatto da questa società, dobbiamo puntare più in alto e accendere ancor di più la fiamma delle emozioni. Siamo pronti a darvi un grande abbraccio e a riceverlo, ma protagonista deve essere la città. E questo è il senso storico di avere qua due ragazzi livornesi e libertassini, per un progetto ambizioso ma umile. Su Alessandro non servono tante parole : quando ci siamo visti per parlare di questo progetto, ho visto nei suoi occhi una fiamma, una grinta, che se riesce a trasmetterne anche solo la metà, il nostro futuro non può che essere roseo e importante". Igor Vanni