Livorno, Spinelli categorico: "Impossibile tornare a giocare quest'anno" / L'INTERVISTA

Il presidente del Livorno tra presente e futuro. "La trattativa? Non sento nessuno da tempo... Servono ripartizioni diverse dei diritti tv"

Aldo Spinelli

Aldo Spinelli

Livorno, 1 aprile 2020 - Non crede che sia fattibile riprendere il campionato. Tutt’altro. “Penso che l’unica soluzione sia quella di finire qui la stagione”. È addirittura categorico il presidente Aldo Spinelli nel bollare conclusa l’annata non solo del Livorno ma di tutti i campionati.

“Come fai a tornare a giocare senza alcuna preparazione? Si dice che anche per tutto aprile dovremo stare in casa e in un appartamento non puoi certo mantenere la forma atletica… Anche alcune grandi società dicono che sia giusto finire così, poi riprenderemo con un campionato importante a settembre. Capisco chi è primo in classifica come il Benevento, ma ci sono ancora 30 punti in palio e non è detto che poi arrivi davanti a tutti. Anche gli stipendi da marzo in poi andranno rivisti, come hanno già fatto la Juventus e altri club blasonati”.

Campionato finito, dunque, per il presidente Spinelli. L’attenzione si sposta quindi sulla trattativa per la cessione del Livorno e al patron amaranto scappa un risolino da dietro lo smartphone. “Chiedete ad altri dove sia Yousif, forse sarà in Olanda… Di certo noi non abbiamo più saputo niente di niente, andiamo avanti noi. Bisogna capire anche cosa succederà”.

Spinelli passa poi alla situazione sanitaria. “Sono contento che Livorno se la cavi abbastanza bene, qui in Liguria va un po’ meno bene e siamo tutti chiusi in casa: oggi ho visto mio figlio e i nipoti, ma a distanza visto che non ci si può dare nemmeno la mano. Il calcio adesso è l’ultimo dei problemi, pensiamo alla salute. Per i calciatori, poi, non dovrebbero esserci grosse difficoltà: speriamo però che finisca tutto in fretta. D’altronde stiamo pagando tutti quanti questi 4-5 mesi di Coronavirus”.

Insomma, anche Spinelli aspetta che i vertici prendano una decisione sul futuro del campionato. Ma come ne uscirà il calcio da questa emergenza sanitaria? Lo stesso Spinelli si augura un ridimensionamento globale con ripartizioni più equilibrate degli introiti.

“Spero che questa faccenda del Coronavirus faccia prendere coscienza anche alla Serie A, perché non possono esserci divari così ampi con la Serie B. Un tempo – ricorda il patron amaranto – le ripartizioni dei diritti televisivi erano 60% per la A e 40% la B, mentre oggi c’è un abisso e si prende tutto la massima serie. Mi auguro che ci sia un esame di coscienza da parte di tutti e che la legge Melandri venga cambiata. Capisco che la Serie A abbia maggior appeal, ma io proporrei 70% la A, 20% la B e 10% la C: sarebbe una ripartizione più equa dei diritti televisivi e delle sponsorizzazione, e permetterebbe a molte società di sopravvivere”. Riuscirà il calcio a ritrovare una sua dimensione più ‘umana’?