L’arma in più del Livorno si chiama Francesco Neri

Dopo lo stop causa infortunio, la punta ha fatto la differenza con il Flaminia

L’esultanza di Francesco Neri dopo il gol

L’esultanza di Francesco Neri dopo il gol

Livorno - Francesco Neri è sicuramente la nota più lieta di questo inizio 2023 per l’Unione Sportiva Livorno 1915. Il classe 1996, già dal ritiro pre stagionale aveva dimostrato le sue qualità e la voglia di fare bene.

La paura che il salto di categoria e le maggiori responsabilità rispetto alla ex squadra incidessero in negativo era tanta nell’ambiente amaranto e invece il numero 21 è andato oltre ogni aspettativa. Perché le qualità tecniche erano già indiscutibili, ma nessuno si sarebbe aspettato un impatto così forte soprattutto a livello di leadership. La squadra lo segue, lo cerca, si fida di lui. Lo si è visto proprio contro il Flaminia Civita Castellana quando, appena entrato, ha praticamente toccato ogni volta il pallone dando il via alle azioni più importanti dell’US Livorno. La traversa sembrava negargli il primo, cercatissimo gol in amaranto, poi la zampata vincente, l’esultanza verso la curva e la gioia a metà.

Sul suo profilo social ha poi commentato così la sua domenica indimenticabile: "Dal giorno in cui ho firmato con il Livorno aspettavo questo momento. Un gol che ho voluto con tutto me stesso. Una gioia indescrivibile. Che considero come nuovo punto di partenza". Adesso l’Unione Sportiva Livorno 1915 ha un’arma in più. Un mese e mezzo di assenza, quella di Neri a causa di un brutto infortunio muscolare, hanno dimostrato come questo ragazzo sia fondamentale per la squadra. Era mancato infatti un calciatore in grado di partire dall’esterno, saltare l’uomo ed accentrarsi per provare la conclusione. Con El Bakthaoui ha dimostrato di sapersi intendere alla grande così come con il nuovo arrivato Mory Bamba e il livornese Matteo Frati. E quando al centro si ha una punta che può fare la differenza dal punto di vista fisico, gli spazi per gli inserimenti dei velocisti amaranto saranno maggiori e potenzialmente letali.

Filippo Ciapini