Livorno, l'inizio è pessimo: ko in casa della neopromossa Entella

Amaranto sconfitti per 1-0 all'esordio in campionato. Letale un rigore discutibile realizzato da Mancosu. La squadra di Breda ha idee confuse: occorrono rinforzi

Entella-Livorno

Entella-Livorno

Chiavari (Genova), 24 agosto 2019 - Il Livorno comincia malissimo questo campionato di Serie B: perde per 1-0 su rigore in casa della neopromossa Virtus Entella e torna dalla Liguria con una sola certezza: sarà un’altra annata dura, da quanto si è visto stasera.

LA FORMAZIONE INIZIALE - Breda si affida al 3-4-1-2. Rocca ha l’incarico di ‘falso’ trequartista: tocca a lui, almeno stasera, portarsi addosso in qualche modo l’eredità pesante di Diamanti, anche se il tecnico gli chiede più di svolgere la fase di raccordo col centrocampo che d'impostazione. Il fatto è che Stoian non è al cento per cento e quindi comincia dalla panchina. In attacco è Murilo, non Mazzeo, a partire titolare con Raicevic prima punta. Sull’out sinistro opera Gasbarro, a destra c’è (?) Morganella. Centrali di centrocampo sono Agazzi e capitan Luci, mentre la difesa a tre è composta da Di Gennaro in mezzo, affiancato da Boben e Bogdan. In porta si parte con Zima.

PRIMO TEMPO - L’inerzia di partenza è della Virtus Entella, che ha padronanza sul terreno sintetico e agisce molto con Sala a cercare Mancosu e Morra. Il Livorno è guardingo, o meglio è timoroso, lento e prevedibile, impegnato più a contenere che a offendere. Raicevic è la torre isolata là davanti e al 15’ manca di un soffio la deviazione a rete su traversone rasoterra di Murilo dalla destra. E’ questa la prima vera azione in velocità della partita, che non offre altri spunti fino al 20’, quando Schenetti impegna Zima nella deviazione in corner con un forte tiro da fuori area. Trenta secondi più tardi è Mancosu a non trovare la porta di testa.

Soffrono gli amaranto, rischiano troppo. Soprattutto hanno difficoltà a velocizzare e non trovano adeguata sponda a destra, dove Morganella non appare ancora al top e sbaglia troppo. Al 22’ è di nuovo Raicevic a farsi vivo con un tiro da fuori, parato a terra. 

Al 28’ rigore e vantaggio per la Virtus: Di Gennaro ha un contatto con Morra in area e l’arbitro Amabile, fra le proteste di Luci e compagni, indica il dischetto, da dove Mancosu sigla l’1-0 ligure.

Dopo mezz’ora il Livorno riparte da dove aveva finito la scorsa stagione: brividi, fatica, deve rincorrere gli avversari, deve rimboccarsi le maniche. 

Al 38’ è però il palo a negare a Rocca il gol del pareggio. La bordata di destro al volo da fuori area è fortissima, imprendibile per Contini, ma la palla si stampa sul ferro e nulla cambia. Rabbia amaranto nel finale di tempo: ci vuole una scossa, ci vogliono idee e più cattiveria. Bisogna entrare in area, ma in 45 minuti tutto ciò non è accaduto. "Ci vorrebbe Diamanti", mugugna più d’uno dei 500 tifosi amaranto al seguito della squadra. Ma questo purtroppo è ormai un altro film.

SECONDO TEMPO - Il Livorno parte più deciso, come deve essere. Coppolaro tocca Murilo in area, ma stavolta per l’arbitro non è rigore e così gli amaranto vedono sfumare la chance. La squadra però appare  più determinata e grintosa. Cerca di uscire dal guscio, di alzarsi e di velocizzare la manovra. L’atteggiamento della squadra di Breda è giusto, ora. La Virtus si abbassa, accusa un po’ di sbandamento ed è qui che si ha la sensazione che il Livorno, se avesse un puro ispiratore sulla trequarti o un altro attaccante pericoloso in area, potrebbe davvero ristabilire equilibrio e valori in campo. 

Breda fa il primo cambio al 58': dentro ‘Pablo’ Mazzeo, fuori Murilo. Gli amaranto spingono: dall’inizio della ripresa non cedono mai il passo agli avversari, gestiscono il gioco e cercano di ricavarsi spazi nel muro blindato dell’Entella. Manca però l’uomo “con la marcia in più”, l’inventore di un guizzo, il colpo geniale. Tutto è affidato più che altro al solito Raicevic, che al 63’ si gira al limite dell’area e spara di poco sul fondo. Sbaglia la mira, il montenegrino, ma almeno ci mette la grinta, il coraggio e soprattutto la faccia. Sugli esterni si muove di più Gasbarro a sinistra rispetto a Morganella a destra: dall’ex Palermo ci si aspetta di più.

Il Livorno alza il ritmo, ma si affida solo alle palle lunghe per Raicevic. E’ così che al 69’ Breda toglie Rocca e inserisce Stoian, al quale chiede una sola cosa: la svolta. Le idee amaranto si riordinano, il peso specifico là davanti è maggiore, ma la Virtus Entella si blinda, si chiude a riccio, serra i ranghi per chiudere il più possibile gli spazi. Al 73’ esce Luci ed entra Del Prato: si prova a portare un po’ di freschezza in più. Sale Agazzi, si catapulta un paio di volte in area e travolge tutti. C’è tanta foga, tanta energia, ma il gioco stenta a evolversi in azioni da gol nitide e ben costruite. Geometrie improvvisate, lanci lunghi e improduttivi, assenza di ’tagli’ determinanti. La generosità è molta, la volontà non manca, ma è difficile scardinare la linea Maginot dei liguri, che intanto buttano dentro anche ‘la zanzara’ De Luca nel tentativo di disturbare gli amaranto e ripartire. 

Il Livorno assedia l’Entella dall’inizio della ripresa e si getta con la forza della disperazione alla ricerca del pareggio che certo aiuterebbe moltissimo a rimettere in sesto un inizio di stagione negativo. Niente da fare: il risultato è segnato e così il Livorno china il capo al debutto in casa di una neopromossa, affondato da un rigore discutibile ma anche a una certezza: ci vogliono almeno due rinforzi veri. Rinforzi con la R maiuscola. Ma restano i ’saldi’ degli ultimi giorni...

Alessandro Antico