Jaconi e l'importanza dell'amaranto: "Resettare la testa, ricomporsi e andiamo avanti"

Il Vodz vede il bicchiere mezzo pieno e invita tutto l'ambiente alla calma. Fondamentale è calarsi nella mentalità di vestire una maglia con un passato pesante e giocare con una tifoseria giustamente esigente

Osvaldo Jaconi è ancora legato al Livorno che segue sempre

Osvaldo Jaconi è ancora legato al Livorno che segue sempre

Livorno 24 novembre 2021, Un campionato iniziato con tre vittorie in altrettante partite e poi le prime difficoltà. Tra infortuni e maxi squalifiche la squadra si è ritrovata con un organico ridotto all’osso e senza i suoi uomini migliori. Da lì un cedimento mentale che ha fatto sì che si inanellassero una serie di complicazioni lungo il percorso che hanno toccato il fondo con la rotonda sconfitta interna contro il San Miniato. Ma è in questi momenti di difficoltà che serve chi l’amaranto se lo è cucito addosso. Uno come Osvaldo Jaconi, profeta nei primi anni duemila che con il suo modo di fare e allenare è entrato nel cuore di tutti i tifosi. Con la sua calma e pazienza di sempre il Vodz ci ha rassicurato dicendoci che il campionato è ancora lungo e che, adesso, sono arrivate le normali difficoltà che una squadra costruita tardi come il Livorno avrebbe incontrato. Meglio adesso che a febbraio, insomma. Ecco cosa ci ha detto.

Salve mister lo sta seguendo il Livorno? Soprattutto sui social, ci sono molte dirette. Vedo le conferenze stampa prima e dopo la partita. Mi informo come posso.

Come giudica questa situazione? In generale c’è da considerare da dove si è partiti, non basta dire che noi siamo stati in A, in B e in Europa. Quelle sono cose andate, c’è da prendere quello che c’è oggi che è l’Eccellenza e le squadre combattono come te. Quindi puoi anche perdere. 

Tutte le squadre vengono qua e giocano alla morte… Magari la volta dopo subiscono l’imbarcata, ma in quel momento se ti vuoi far nominare devi battere il Livorno. Ecco che i giocatori del Livorno e i suoi tifosi sono chiamati a essere calmi e devono essere consapevoli della loro forza. Il campionati finisce battendo le squadre domenica dopo domenica. Non si può vedere il buio adesso. Si vuole talmente tanto bene a questa maglia che quando le cose vanno male cominciamo a imprecare.

Sono normali quindi situazioni del genere? Sì, la squadra è stata anche costruita tardi quando gli altri avevano finito il ritiro. Ha iniziato due mesi dopo la preparazione normale e i problemi capitano a chi parte normalmente, figuriamoci a chi lo fa in tempi non consoni. Quando una va a giudicare, a mente serena, deve pensarci. Capisco che non è facile. Leggo che c’è chi dice che ci vuole calma perché questa è l'Eccellenza e altri che vanno a diritto e lasciano spazio a cose nefaste. Diciamo che bisogna dare tempo al tempo.

Buglio a fine partita ha detto ‘Abbiamo capito cosa significa giocare per il Livorno’, che ne pensa? Livorno è Livorno e finché non lo si vive sulla pelle non gli si dà quel giusto peso. Nel nostro mitico stadio, c’è una grande tensione e gli avversari possono ispirarsi. Questa maglia pesa tantissimo, è inutile girarci intorno. Per il passato e la tifoseria molto importante che, giustamente, è esigente. Ma le esigenze non sono dettate da vecchie abitudini, ma da come viene vissuto qua il calcio.

Non è facile poi giocare davanti a tutta quella gente... Io non ho mai sentito dire da un livornese che tifa altre squadre. Qua si vive per l'amaranto. In Eccellenza quando giochi in questa squadra non è come andare da altre parti. Lì se perdi è un dispiacere, qua non è contemplato, anche se dovrebbe esserlo. Detto questo i tifosi meno li facciamo tribolare meglio è. Purtroppo il passato del Livorno pesa ogni domenica. Credo che l'allenatore abbia predicato ogni giorno l'importanza di giocare qua ma fino a che non sbatti il muso e perdi sangue non lo capisci. Io sono convinto che questa sconfitta abbia fatto svegliare la squadra. I livornesi sono speciali perché durante la settimana ne dicono di tutti i colori, il giorno della partita è 'Forza Livorno olè punto e basta'. Esiste solo quello.

Come si gestisce una situazione del genere? Ho girato tante squadre, ma non sempre la sconfitta che veniva in quel periodo era uguale a quella di un'altra annata. A seconda di quello che vivi giornalmente e dei calciatori che hai ti comporti di conseguenza. Vedo invece che non è prevista la sconfitta in questa categoria, invece può succedere. Non credo che nei ragazzi ci siano pensieri che questo campionato si vinca facilmente perché è la maniera più assoluta per perderli. Chi ha fatto il calciatore o l'allenatore sa benissimo che puoi perdere contro undici ragazzi vogliosi di fare calcio figuriamoci con chi viene a casa nostra con il coltello tra i denti. Credo che al 'Picchi' non siano mai venuti se non per qualche amichevole, è normale che siano ispirate. I ragazzi devono credere a quello che viene espresso durante dalla settimana.

Come le sembra Buglio? Per quello che ho visto ha sempre predicato la tranquillità e la pazienza. Senza queste non si vincono i campionati. Vedo che trova difficoltà nel far perseguire ai ragazzi quello che vuole ma è derivato dal fatto che sono partiti tardi. Trovarsi in questa situazioni non è facile, credetemi, ha dovuto sudare sette camicie e non è ancora finita. Credo sia sulla buona strada.

Cosa direbbe Jaconi a tutto l’ambiente amaranto? Non mi sento di dare consigli perché bisogna viverle queste situazioni. Siamo partiti con tanto entusiasmo e sempre al primo posto, può capitare che inconsapevolmente sia calata la mente. Non va bene, ogni domenica bisogna resettare per avere la testa sempre verso l’obiettivo finale. Però diciamo che qualcuno giustamente ha fatto i conti anche con come si è partiti. Mi sento di dire una cosa sola. Ci vuole serenità, diamo tempo al tempo. Ricomponiamoci e andiamo avanti.