Orgoglio Livorno: 2-2 contro il Frosinone

Ferrari e Del Prato fanno sognare gli amaranto, fermati soltanto da un rigore molto dubbio realizzato dall'ex Dionisi

Livorno-Frosinone (foto Novi)

Livorno-Frosinone (foto Novi)

Livorno, 3 marzo 2020 - Il Livorno sfodera orgoglio e coraggio alla ricerca disperata di punti per la sua ‘mission impossibile’ e accarezza il sogno di battere Frosinone lanciassimo nella sua corsa verso la Serie A. Al ‘Picchi’ finisce 2-2, ma gli amaranto avrebbero meritato l’intera posta in palio, fermati soltanto da un rigore molto discutibile.

PRIMO TEMPO - Breda affida a Silvestre la fascia di capitano facendo tirare il fiato a Luci in vista del derby di sabato a Pisa. A centrocampo ci sono Awua con Agazzi, davanti Marras, Marsura e il confermato Ferrari. L’atteggiamento iniziale del Livorno è intraprendente. Gli amaranto non mostrano timore né impaccio di fronte a un Frosinone dal superiore spessore tecnico che si affida alle ripartenze con Citro in perenne movimento.

Al 15’ il Livorno passa in vantaggio, meritatamente, con Ferrari. E’ proprio ‘el loco’ a difendere la palla nell’area ospite e a servire Marras, che va sul fondo e scarica un cross al bacio sul quale Ferrari svetta di testa insaccando alle spalle di Bardi, il grande ex, che era imbattuto da 591 minuti. Il vantaggio gasa gli amaranto, che continuano a mantenere il solito atteggiamento gagliardo mordendo i portatori di palla avversari, ma non dura molto. Il Frosinone guadagna metri quando il Livorno molla la pressione poco prima della mezz’ora e quando rimane imbambolato in area subendo il pareggio. 

Al 31’ è Citro che segna, approfittando di un pallone lasciato scorrere in area dalla difesa amaranto, letteralmente pietrificata sul suggerimento di Novacovich e dalla saettata ravvicinata a botta sicura.

Il Livorno si appanna e son dolori. Al 40’ una ripartenza del Frosinone rischia di costare carissima agli amaranto: Maiello lancia Rodhen che scheggia la traversa dopo un aggancio in velocità e dopo aver bruciato, al solito, la retroguardia di Breda.

Al 43’ c’è un sussulto labronico, ma Agazzi si divora il vantaggio: servito perfettamente da Marras, come sempre, il centrocampista calcia centrale e per nulla forte un 'rigore in movimento' telefonando la palla a Bardi in presa sicura. L’assist di Marras avrebbe meritato davvero ben altro esito, ma tant’è. Si va al riposo sull’1-1 dopo un minuto di recupero.

SECONDO TEMPO - Breda lascia Porcino negli spogliatoi e dà spazio a Seck, 19 anni, arrivato in prestito dalla Roma. 

Prima vera azione al 49’ e il Livorno torna in vantaggio, stavolta con Del Prato. Agazzi protegge il pallone sul fondo e serve in area piccola la palla su cui si avventa il ragazzo dell’Atalanta che la butta dentro. 

Il Livorno sembra come i gatti: pare che abbia sette vite. Alterna momenti di buio (la stagione ne è la conferma lampante) a guizzi di vitalità impressionante per una squadra che è ultima in classifica, ma che non si arrende. Il Frosinone di Nesta, che non a caso è la seconda forza del campionato, sfodera tecnica, centimetri, forza e anche eleganza: difficile contenerlo quando va in pressing con la statura che ha. Però il Livorno non demorde, se la gioca alla pari.

Al 57' gli amaranto ci riprovano, ma la conclusione di destro di Agazzi, potente stavolta, va sul fondo. Al 59’ gol annullato a Ferrari dopo una finezza di Marsura in area: ‘el loco’ però era in posizione irregolare.  Al 61’ Nesta butta dentro l’altro ex, Federico Dionisi, al posto di Maiello. 

Il Livorno insiste: Del Prato, Marras e Marsura non si fermano mai, Ferrari è una spina nel fianco della retroguardia ciociara.  

Ma al 67’ Dionisi sferra la coltellata del castigo. C’è un rigore per il Frosinone: dubbio, superdubbio, contestato, da rivedere ottomila volte. Seck ha un contatto con Novakovich che pare accentuare la caduta. L’arbitro Minelli però non esita ad assegnare il penalty che l’ex Dionisi trasforma senza esultare e beccandosi comunque una grandiosa bordata di fischi.

Il Livorno è infuriato, il rigore sa di cosa ingiusta, profondamente ingiusta. Al 69’ Seck spara una cannonata in porta che Bardi respinge a pugni chiusi. Sugli sviluppi del corner Di Gennaro centra il palo. Ancora più rabbia, ancora più ingiusto per l’ultima in classifica contro la seconda. 

Scollinato il 70’, la partita si innervosisce. Ma gli amaranto hanno da recriminare, perché obiettivamente giocano una gran partita. Al 72’ Ferrari di testa (impressionante la qualità ‘aree' di questo ragazzo) manda sul fondo di una spanna. E’ forte Ferrari, è degno dea maglia e in molti ci chiediamo perché sia stato pescato solo al mercatino di riparazione. 

Amaranto vivi, vivissimi. Vendono cara la pelle sotto il peso di un rigore davvero discutibile e per nulla sottomessi al Frosinone costretto spesso a recuperare con grande affanno. Non servirà a nulla, magari: la salvezza è davvero una chimera, ma questo Livorno qui, così rimodellato, con questi inserimenti, non meriterebbe davvero di soccombere.

Gli ultimi dieci minuti sono una sofferenza, perché il Frosinone si ricorda di essere in corsa per la Serie A e vuole vincere. Ma non passa. Breda toglie Ferrari, applaudissimo, e inserisce l’altra torre, l’olandese Braken; poi leva Marras e mette Brignola. Il Livorno quindi resta in assetto offensivo: il pareggio non serve, tanto vale giocarsela per i tre punti.

All’84’ un presunto tocco di mano su lancio di Del Prato fa urlare ancora una volta il pubblico del ‘Picchi’, che comunque incita la squadra, mostra di gradire l’atteggiamento, l’orgoglio, la generosità. All’89’ contatto in area fra Rodhen e Agazzi, ma stavolta Minelli non cade nel volo accentuato del giocatore del Frosinone: sarebbe stato davvero troppo…

Sabato tutti a Pisa. Sarà un derby da giocare comunque alla grande. Con tutta la carica e tutto l'orgoglio amaranto visto stasera.

Alessandro Antico