Ferretti: "E’ un orgoglio giocare nel Livorno"

Con il goleador amaranto facciamo il punto sulla stagione. "Sono felice, ma vorrei riservarmi ancora qualche bella sorpresa"

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Andrea Ferretti si emoziona quando al telefono parla dei suoi primi momenti con la maglia amaranto e non lo nasconde, ha la maturità per capire e godersi quest’esperienza davvero particolare. Giocare nel Livorno era nel suo destino, al termine della stagione 2008-09, quando giocava a Biella, era tutto fatto ma un brutto infortunio rimescolò le carte in gioco. Vive nella filosofia del ‘Si raccoglie ciò che si semina’ ed è per questo che, al momento, è tra i più apprezzati. Come uomo, tifoso, leader e calciatore. Incarna alla perfezione ciò che la città vuole, come disse il Vodz Jaconi, ‘Non campioni, ma persone disposte a sposare una causa’. Lo ha fatto fin da subito e vederlo impazzire di gioia dopo ogni gol segnato è il riflesso della ‘sua’ gente, che vive il Livorno sette giorni su sette. Come del resto, lo sta facendo anche lui.

Ferretti, come è andata questa prima parte?

"Fare una squadra in quindici giorni non era facile bisogna dare il merito a tutti. I primi giorni c’era un entusiasmo enorme, la presentazione non ti dico è stata l’emozione più grande perché voglio riservarmi ancora qualche sorpresa".

Cosa significa per lei giocare qua?

"Per me è un orgoglio, quando mi alzo la mattina e vado agli allenamenti sono il bimbo più felice del mondo. Sono in una squadra che ci sto bene, con dei ragazzi super, una società sana. Tutto questo in una città che vive di calcio. Prima di firmare ho fatto il giro dello stadio due volte, non ci credevo".

Cosa insegna ai giovani?

" Prima capisci cosa sbagli e prima puoi fare di questo giochino il tuo lavoro. L’allenamento è fondamentale, devono rubare i segreti buoni, hanno la fortuna di giocare con fuori categoria". Devono essere spugne. Dal punto di vista umano cosa ti sta dando?

"Leggere i messaggi della gente, i bambini che ti chiedono le foto… non mi sarei mai immaginato di ricevere tutto questo affetto".

Il primo gol ufficiale e quello sotto la Nord, può raccontarlo?

"Ho il nodo alla gola al pensiero, il pubblico ti dà una carica pazzesca. Il primo sotto la curva, invece, mi sono sbucciato le ginocchia e i compagni mi hanno massacrato per due settimane (ride ndr). Spettacolo, non vedevo l’ora sono sincero. Sentire urlare il mio nome è come se avessi la gente con me.

Se le dico… Igor Protti?

"Per me era Protti, oggi è Igor. È il sole, quando apre bocca è una sentenza. È impressionante, anche quando ti dà un cinque, ti punzecchia, quando ti guarda. Un leader vero, una persona umile e unica.

Ferretti, cosa le ha sorpreso di questa avventura?

"Non mi aspettavo così tanti tifosi, ma ci speravo tanto. Penso a quando urlano il mio nome, a Ponsacco, a tutto".

Filippi Ciapini

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