Giampà, il corazziere della difesa amaranto

"Sì, è vero siamo cresciuti molto come reparto e il merito, oltre che dell’allenatore, è della società che ha campioni come Protti"

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Tra i protagonisti più inattesi della prima stagione amaranto c’è sicuramente Elia Giampà che, grazie alla sua solidità difensiva, è stato tra gli artefici della rinascita del Livorno. Ci sono volute cinque partite per rodare gli assetti, ma una volta trovato l’equilibrio tecnico, tattico e mentale il 23enne fiorentino ha offerto prove monumentali, su tutte il difficile derby contro il Ponsacco. Da lì in poi, insieme al compagno di reparto Ghinassi, i pericoli in area amaranto e reti subiti sono rimasti a zero. Giampà, come sono andati questi primi sei mesi in maglia amaranto?

"Stiamo rispettando le aspettative e non era facile, abbiamo una rosa di qualità e anche i giovani stanno maturando velocemente".

Ha soltanto 23 anni ma già molta esperienza, in cosa è migliorato a Livorno?

"In tutto. Avevo paura che scendendo di categoria qualcosa avrei perso e invece no. L’attenzione durante le partite è dieci volte maggiore rispetto a qualsiasi altra squadra proprio perché indossi una maglia del genere. Chi viene qua fa la partita della vita, arrivi a Livorno e dai l’anima, come facciamo noi del resto".

C’era qualcosa che si aspettava, ma che non si sarebbe mai immaginato?

"L’organizzazione dello spogliatoio. I magazzinieri ti mettono a disposizione veramente tutto, ti rendi conto che è qualcosa di diverso. E il seguito dei tifosi. Sappiamo tutti la passione della Curva, ma quando vedi i ragazzi in trasferta capisci che tifare il Livorno è proprio una fede. Io faccio molto caso a queste cose e qua è un qualcosa che va oltre al calcio, è speciale. A Ponsacco si è unito il sacrificio dei tifosi di venire a quello nostro in campo. Noi spontaneamente siamo andati da loro, la magia di Livorno è venuta fuori. E poi c’è un’altra cosa…

Cioè?

" Avere figure come Protti, Mazzoni e Vantaggiato. Capisci davvero dove sei, io vengo da Firenze e non li ho potuti vivere. Nonostante non abbia la percezione che avete voi mi rendo conto e sento di trovarmi di fronte a una presenza particolare. Io faccio molto caso alle energie che trasmette una persona, quando è intorno ti responsabilizza".

Giampà, quale è stata la svolta del reparto?

"Nel nostro momento peggiore ho sentito maggiore solidità, dopo il gol subito con la Colligiana. Eravamo in bilico e c’erano tante voci, dopo quella rete ci siamo guardati e abbiamo fatto una partita perfetta. Con Ghinassi poi ho legato anche fuori dal campo, c’è grande stima reciproca e non è scontato".

Basta soltanto un nome, Luci…

"Non è un caso che queste persone facciano carriere del genere. Un’umiltà pazzesca ascolta me che non sa magari neppure il mio nome. Questo è un professionista. E poi corre più di tutti gli altri, si è messo al nostro pari. La forza di tutti i campioni che abbiamo è proprio questa".

Filippo Ciapini

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