La Libertas lotta, ma non basta Ora decisiva gara tre a Livorno

Cividale è un osso duro ma domani la squadra allenata da Andreazza proverà a invertire la rotta

Migration

GESTECO CIVIDALE

78

LIBERTAS LIVORNO

61

GESTECO CIVIDALE: Leonardo Battistini 18 (913, 03), Adrian Chiera 15 (24, 34), Eugenio Rota 9 (12, 26), Aristide Mouaha 9 (35, 16), Alessandro Cassese 9 (33, 12), Gabriele Miani 5 (11, 12), Gian paolo Almansi 5 (12, 12), Alessandro Paesano 4 (15, 02), Daniel Ohenhen 4 (22, 00), Enrico Micalich 0 (00, 00), Matteo Frassineti 0 (00, 00), Luigi Cautiero 0 (00, 00).

MAURELLI LIBERTAS LIVORNO: Ivan Morgillo 19 (710, 13), Antonello Ricci 16 (29, 17), Costantino Bechi 7 (35, 00), Luca Toniato 6 (02, 02), Andrea Casella 5 (13, 13), Pietro Ugolini 4 (22, 02), Gregor Kuuba 3 (01, 12), Ivan Onojaife 1 (00, 00), Francesco Forti 0 (00, 03), Matteo Geromin 0 (00, 00), Gianni Mancini 0 (00, 00)

Libertas sconfitta anche in gara due. Ma punteggio finale – con ampio divario – non deve trarre in inganno: la Libertas è viva e intende allungare la serie con la corazzata Cividale venerdì al Modigliani Forum. Gli amaranto – con Ugolini nello starting five al posto di Toniato – rispetto a gara-1 hanno approcciato bene la partita con buone scelte di tiro (Morgillo in gran spolvero), ma hanno concesso troppo in difesa cosicché i friulani hanno chiuso la prima frazione a +9 (25-16). Troppi i 25 punti realizzati mentre le percentuali dei livornesi non hanno toccato il 30% condito da qualche palla persa di troppo. Gesteco ha aumentato il margine nel secondo quarto grazie al talento di Battistini e ai canestri di Almansi e Chiera.

Nel terzo quarto c’era il rischio che la Libertas prendesse l’imbarcata, ma la truppa di Andreazza si è ribellata al destino e non ha sbracato. Anzi: nell’ultima frazione i canestri di Morgillo, Bechi, Ricci e una tripla di Kuuba hanno riportato la LL a -10 e palla in mano con la Gesteco in difficoltà. A quel punto, però Cividale ha segnato almeno quattro canestri allo scadere dei 24” con coefficiente di difficoltà elevatissimo e in questo modo ha chiuso la partita anche grazie ad un arbitraggio casalingo e non all’altezza di una partita di playoff. Nessun alibi, però per gli amaranto. I friulani sono una macchina da guerra.