Livorno iscritto, ma è ancora senza stadio

La Serie D resta sub iudice: il sindaco non cede al ‘ricatto’ della società amaranto. C’è tempo fino al 28 luglio per una soluzione

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Revocata la messa in liquidazione e iscrizione fatta, ma tutto resta sub iudice fino al 28 luglio per l’indicazione dello stadio Armando Picchi come campo di gioco dell’As Livorno Calcio. Il sindaco Luca Salvetti, infatti, ha negato l’impianto ardenzino per la morosità ancora in atto e dunque la società amaranto dovrà cambiare sede di gioco o sistemare diverse pendenze. Andando con ordine, la giornata convulsa di ieri ha visto l’assemblea dei soci dell’As Livorno Calcio riuscire a revocare la messa in liquidazione grazie all’intervento diretto di Aldo Spinelli e al contributo fornito dai soci piemontesi. Questo ha permesso di procedere con l’iscrizione telematica alla prossima serie D. Tutto liscio? Niente affatto, perché la convenzione tra l’attuale società e l’amministrazione comunale è in fase di decadenza per i noti mancati pagamenti dell’affitto dello stadio e tale morosità prolungata nel tempo ha portato alla revoca della stessa. Pier Paolo Gherlone, il commercialista che è stato responsabile amministrazione e finanza della società, coordinatore del gruppo piemontese e infine liquidatore della società, ha provato a inviare una Pec al sindaco chiedendo la disponibilità dello stadio Armando Picchi. Come dire: noi il nostro l’abbiamo fatto, ora la palla passa a voi.

Il famoso cerino messo in mano al sindaco Luca Salvetti, che però non si è fatto muovere a compassione ma ha tenuto il punto, forte anche e soprattutto dell’appoggio della tifoseria. "Nulla è cambiato da un mese a questa parte e la posizione dell’amministrazione comunale sullo stadio rimane quella che ha portato al procedimento di decadenza – ha detto il sindaco Salvetti –. Spinelli e gli altri soci hanno deciso di iscrivere la squadra? È nelle loro facoltà e hanno pieno diritto di farlo". Ma adesso che succederà? "Se dopo l’iscrizione si vuol riaprire un dialogo con il Comune, ci portino il nuovo assetto societario, il piano economico finanziario, il budget per la parte sportiva e dei giovani, il progetto tecnico e le garanzie per i lavoratori dipendenti. A quel punto potremmo riparlare dello stadio. Al momento attuale l’As Livorno calcio non ha pagato le proprie pendenze, il Comune rientrerà di ciò che deve avere grazie alla fideiussione, che non è un metodo di pagamento ma una garanzia da utilizzare quando siamo di fronte ad un soggetto debitore che non rispetta gli impegni presi. Il Comune, per legge, non può instaurare accordi di nessun tipo con chi è moroso o lo è stato e non è affidabile nell’ambito di convenzioni che instaurano diritti ma anche doveri". Da qui il no allo stadio. "Tutta la città è su questa lunghezza d’onda, voltare pagina per tornare a vivere la propria passione in tranquillità e con il sorriso sul volto, anche sopportando di ripartire da categorie non consone al blasone del Livorno. La posizione dell’amministrazione è nell’interesse di tutti i tifosi amaranto ed ha fondamento anche nelle normative che regolano gli atti di un ente pubblico".

Igor Vanni

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