Livorno, un lavoro serio dietro i successi in campo

Gli allenamenti della squadra con Buglio inflessibile e l’impegno dei ragazzi. Si sta costruendo un gruppo che può far bene anche a livello superiore

Il Livorno gioca nei dilettanti ma è a tutti gli effetti una squadra professionista. Lo si vede appena entrati nell’impianto sportivo di Borgo Cappuccini quando il direttore sportivo Raffaele Pinzani ci saluta mentre è al telefono: "Sì adesso parlo con il calciatore e ti faccio sapere" lo si sente dire mentre cammina avanti e indietro. Più avanti ci sono, come ogni mattina, il club manager Igor Protti e il team manager Stefano Graziani che assistono calciatori e staff durante le procedure sanitarie di rito. E ancora prima dell’allenamento passa il nuovo arrivato Michele Russo che viene accompagnato dai magazzinieri a prendere la tuta di allenamento. In campo, intanto, Frati, Vantaggiato, Pulidori e Mazzoni hanno terminato i tamponi e si stanno scaldando a calcio tennis mentre Milianti, Gargiulo e Bellazzini completano le terapie con i massaggiatori prima di iniziare l’allenamento. Mister Buglio entra poi in mezzo al campo, saluta in cerchio Luci e Russo e si parte. Quando c’è da lavorare si lavora, tra una pausa e l’altra, come è normale la squadra scherza e ride tutta assieme. Il momento in cui si capisce davvero la professionalità dell’US Livorno è durante la partitella. Nessuno accenna a camminare o riposarsi, tantomeno a tirare indietro la gamba. Una rosa di circa 20 calciatori tutti fuori categoria con tre nuovi acquisti che non hanno intenzione di stare a guardare porta inevitabilmente ad alzare la qualità di ogni movimento, giocata, allenamento. Anche perché in campo si va in undici e nessuno vuole stare in panchina. Amaranto contro ‘casaccati’, in quel momento il Livorno non esiste, bisogna portare a casa la vittoria per prendere in giro sotto la doccia ‘gli avversari’. E quando Pecchia segna la rete del Golden Goal si vede la gioia negli occhi della squadra vincente e la delusione di chi ha perso con Frati, tanto per citarne uno, rammaricato in ginocchio per l’occasione fallita poco prima. Buglio osserva, sorride e talvolta prende pure in giro i suoi ragazzi: "Matteo ora lo senti Daniele (Vantaggiato ndr), non gliel’hai passata tre volte ed era da solo davanti al portiere". Sa di avere una rosa forte così come è consapevole che non è possibile allentare la tensione anche per un solo minuto altrimenti tutto il castello cade. Il Livorno ha trovato il suo condottiero e non lo si vede dalle partite, ma dalla gestione quotidiana del gruppo. E in questo momento Francesco Buglio e tutto il suo staff, sembrano proprio le persone cucite su misura per questa rosa di fuori categoria.

Filippo Ciapini

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