"Non mi vogliono: nessuna riconoscenza"

Livorno, il capitano Andrea Luci non rientra nei piani di vecchia e nuova dirigenza. "Dopo 10 anni mi aspettavo almeno una chiamata"

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di Igor Vanni

Si spengono le ‘Luci’ all’Armando Picchi per il capitano: Andrea Luci non rientra nei piani della società, né della vecchia né della nuova.

Capitano, ci sono novità?

“Ad ora mi hanno detto che non rientro nei piani – ci dice uno sconsolato Luci –. Ho chiesto chi, della nuova proprietà, non mi voleva, ma hanno chiamato il mio procuratore e non me, che sono qua da 10 anni e che da 9 indosso la fascia di capitano. Questo mi dispiace, avrei gradito una spiegazione".

Quali sono gli scenari?

"Mi hanno cercato un po’ di squadre, ma la priorità è sempre andata al Livorno pur sapendo di non essere confermato e sperando in un ripensamento. Se non ci saranno novità a breve, mi dovrò cercare un’altra squadra".

Che sta facendo adesso?

"Mi sto allenando da solo con un preparatore, con lavoro di forza in palestra e poi in giro per la città cercando spazi per allenarmi, anche se con la palla non posso fare nulla. Il tutto per arrivare in condizioni accettabili quando potrò riprendere in qualche squadra".

Com’è l’umore?

"Basso, perché non mi aspettavo una chiusura totale. Magari una chiamata e una trattativa, anche con esito negativo, me la sarei aspettata. Nel calcio però la riconoscenza purtroppo non c’è. Ho sempre dato tutto per questa maglia, a volte ho fatto bene a volte meno, ma l’impegno non è mai mancato. Non sono Cristiano Ronaldo, lo so bene, ma l’attaccamento alla maglia era tutto per me".

Che messaggio manda ai tifosi?

"Li ringrazio tutti per questi 10 anni, sia quelli che mi hanno sostenuto sia quelli a cui non piacevo. Non sono un capitano di quelli che sbraitano e fanno scenate, ma cerco di trasmettere ai compagni grinta e impegno nei 90 minuti. Non è nelle mie corde fare scenate: l’esempio in campo e fuori è ciò che mi caratterizza, certi atteggiamenti ‘teatrali’ non mi sono mai piaciuti".

Di cosa è figlia questa retrocessione?

"È figlia di tutto e colpa di tutti: delle scelte iniziali che potevano essere diverse e di una squadra che ha fatto malissimo, di cui forse si salva solo Marras. Quando i singoli fanno male, la squadra non può far certo bene...".

I ricordi più belli e quelli più brutti di questi 10 anni?

"La promozione in A e l’esordio sono stati sicuramente i migliori. Il più brutto la tragedia di Morosini a Pescara".

Con chi ha legato di più?

"Con Mazzoni c’è un legame che va anche oltre il calcio, poi mi sento sempre con Dionisi, anche tutti i giorni".

E degli allenatori?

"Ho avuto buoni rapporti con tutti: da Pillon che mi ha portato qua, a Nicola e tutti gli altri, molto bravi, che magari sono arrivati nel momento sbagliato. Tramezzani per esempio è di categoria superiore, ma non ha trovato il feeling con la squadra".

In bocca al lupo, Capitano.

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