Rivolta dei tifosi amaranto "Ingiusto il no alla trasferta"

E’ polemica a Livorno per la decisione presa dal prefetto di Siena. Bloccata la vendita dei biglietti per la gara con la Pianese sull’Amiata

Ieri è stata presa una decisione che ha scosso il tifo amaranto. In occasione della partita tra Pianese e Unione Sportiva Livorno 1915, in programma per domenica 20 novembre alle 14.30, i ragazzi di mister Lorenzo Collacchioni non avranno al proprio seguito i propri tifosi che, da sempre, sono stati al fianco della squadra con bandiere, cori e striscioni. Nel comunicato ufficiale della società amaranto si legge che la decisione è stata presa in seguito ai fatti di Arezzo per motivi di sicurezza. "Il prefetto della provincia di Siena - vista la determinazione del Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive in seguito ai fatti di Arezzo - ha decretato il divieto di vendita dei biglietti ai residenti di livorno e provincia di livorno".Una decisione che, francamente, ci lascia dubbiosi. Non capiamo infatti i motivi legati a questo divieto. Non capiamo inoltre i motivi per il quale, dopo ogni trasferta, il tifo amaranto e tutta l’US Livorno 1915 debba essere penalizzata. Sarebbero bastate più forze dell’ordine? Oppure bastava prendere misure di sicurezza migliori? Le stesse domande poi se le sono poste anche i tifosi amaranto, indignati sui social della decisione dalla Prefettura della Provincia di Siena. C’è chi si è lamentato della mancata capacità di gestione dell’ordine pubblico, chi invece ha sottolineato il fatto di aver vietato la trasferta proprio in una partita decisiva come Pianese-US Livorno non sia proprio un caso, qualcun altro ha invece ironizzato sull’importanza della partita, trattata come se fosse il più caldo dei derby argentini. Insomma "la caccia alle streghe amaranto" sembra non avere fine ed è così che la squadra di mister Lorenzo Collacchioni dovrà giocarsi una partita fondamentale per la classifica senza la passione dei suoi tifosi. Consapevoli che però, il cuore, la fede e il pensiero ci saranno tutti.

Lorenzo Collacchioni