"Una situazione paradossale Come i prof, ma senza le tutele"

Fase complicata in serie D. Si continua a giocare. senza obbligo di tamponi. Domenica salta la gara

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Situazione quanto mai paradossale nella Lega Nazionale di Serie D, perché lo stop del calcio dilettantistico con il nuovo dpcm di fatto non ha fermato il semiprofessionismo della quarta serie del calcio italiano. Un periodo molto complicato, perché nonostante non ci siano obblighi di tamponi settimanali da parte della società per i propri atleti, i contagi non si fermano e sempre più partite vengono posticipate causa Coronavirus. "Una situazione paradossale, ci stanno equiparando al professionismo soltanto nelle partite ma non abbiamo obblighi di tamponi – spiega Marco Braccini direttore sportivo della Pro Livorno Sorgenti, società militante nel gruppo D di Serie D -. Sarei d’accordo sull’obbligo dei tamponi, ma con l’aiuto della federazione perché il costo sarebbe insostenibile. Inoltre, il tampone ad inizio settimana potrebbe non avere una effettiva valenza per il giorno della partita, quindi sarebbe comunque un problema". Intanto, la Pls questa domenica non giocherà a Ghivizzano Borgo perché la squadra ospitante conta cinque positivi al Covid, dunque le partite da recuperare per i biancoverdi diventano due visto il rinvio della scorsa domenica con il Real Forte Querceta. "Come si fa a continuare così? Non è il caso di stoppare il campionato? – continua Braccini -. Secondo la mia opinione dovremmo fermarci per quindici giorni, vedere la situazione e decidere se riprendere gli allenamenti in vista di una ripresa del campionato per dicembre. Nella speranza, nel mentre, che il vaccino sia disponibile". Ad ogni modo, la Lega Serie D aveva inviato un modulo alle società chiedendo se stoppare il campionato o andare avanti senza pubblico, la risposta è paragonabile ad un plebiscito con il 76 per cento che ha votato il sì a continuare. "E’ stato un assist della Lega – conclude Braccini -, ma non è stato accolto dalle società. Inoltre, gestire il pubblico reputo che sia molto facile, basta organizzarlo. Prendiamo il caso dell’Armando Picchi, la tribuna centrale conta 3500 posti, gestendo l’affluenza e la distanza potremmo tranquillamente far entrare 300 persone, chi rischia seriamente in questo momento sono gli atleti perché le vere criticità sono celate negli spogliatoi".

Lorenzo Muffato

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