"Vincere non è mai facile, lavoriamo sodo"

Andrea Fontanelli, 25 anni, racconta la sua prima parte della stagione nella porta del Livorno. "Che emozione il rigore parato!"

Il portiere Andrea Fontanelli

Il portiere Andrea Fontanelli

Per capire l’affiatamento tra i ragazzi dell’US Livorno basta ascoltare il portiere Andrea Fontanelli. Il 25enne in questa stagione è stato il primo a esordire tra i pali nelle gare ufficiali degli amaranto, sia in Coppa che in campionato. La concorrenza però è enorme e nel corso della stagione ha dovuto fare i conti con l’alternanza di Mazzoni e Pulidori venendo chiamato in causa anche in circostanze piuttosto difficili. L’importanza del gruppo e degli allenamenti, il farsi trovare sempre pronto, le sfide con Vantaggiato, le risate e il momento di fare sul serio. Fontanelli ci ha spiegato che il suo mantra è la costanza, la fatica e il sorriso. È lui l’esempio perfetto che il nome scritto davanti conta più di quello dietro.

Fontanelli, un bilancio su questa prima parte?

"Abbiamo visto che niente era scontato, la squadra è forte però non possiamo adagiarci su questa cosa. Vincere non è mai facile, soprattutto quando è il tuo primo obiettivo. Tutto il resto viene dopo, anche quelli personali.

C’è pressione quando si veste questa maglia?

"Giocare a Livorno è una cosa bellissima, quando giochiamo in casa siamo in 12, in trasferta ancora di più. Il calcio è questo, la città è l’essenza di questo sport".

Come è andato il suo primo giorno?

"Quando ho visto che Toccafondi aveva preso il Livorno ci ho sperato fin da subito. Delle loro gestioni precedenti ne hanno chiamati tre o quattro, mi ricordo che chiamarono prima Gargiulo e con Giampà incrociavamo le dita insieme per venire".

Lei è il primo portiere ad aver esordito nella nuova gestione, che emozioni si vive?

"Già dalla prima amichevole a Rosignano ho pensato soltanto a due parole: Tanta Roba".

In Coppa Italia ha parato anche un rigore…

"Sognavo di parare un rigore al Picchi, prima o poi succederà anche sotto la Nord".

Come vive questa concorrenza?

"Bene. Siamo un bel gruppo, preparatore compreso. Io e Guido siamo giovani e il dualismo fa bene alla nostra crescita. Luca è una categoria a parte, vedere quello che ha fatto qua ti mette quasi in soggezione".

Cosa le ha sorpreso di tutto questo?

"Livorno ha un assetto organizzativo e di ambiente che è da serie A. Per tutto, dallo stadio alla gente fino allo staff. Mi ricordo un dato che diceva che la nostra gente è tra le prime tifoserie in Toscana per affluenza".

Nei vostri allenamenti c’è grande intensità…

"Io mi allenerei anche la notte, spesso con Vantaggiato rimaniamo e facciamo le supersfide. Se non torno a casa stanco non sono contento, credo fortemente in questo. È l’unica medicina che conosco".

Ha detto le supersfide?

"Dieci tiri dal limite, se fa più di quattro gol vince lui. Ogni giorno lo massacro, ha una potenza impressionante, però gli rendo la vita dura".

Filippo Ciapini

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