Borgo Cappuccini, i residenti nelle foto "Sull'uscio" della ferramenta Chiesa

In mostra l'archivio di Gino Mentessi, che per anni ha immortalato i suoi clienti all'ingresso in bottega

Gino Mentessi, titolare della ferramenta Chiesa

Gino Mentessi, titolare della ferramenta Chiesa

Livorno, 18 ottobre 2017 - Un rito di quartiere, lo scatto «Sull’uscio» della storica bottega di Ferramenta Chiesa in Borgo Cappuccini. Sono oltre mille i livornesi che sono stati immortalati da Gino Mentessi, titolare dell’attività e mente creativa, che da un paio d’anni ha deciso di fermare in un attimo astratto lo scorrere del tempo. «Sull’uscio» è proprio il titolo della mostra che è stata allestita in un atelier d’eccezione, la storica bottega di Borgo Cappuccini. Tanti livornesi, in fila ordinata, hanno affollato i corridoi del negozio nel weekend: «L’esposizione di queste immagini mi permette di godere di questo luogo di lavoro in un modo diverso dal solito: qui normalmente si scambiano «solo» euro per viti e bulloni – spiega Mentessi – Ne ho ancora molti di rullini da sviluppare, per non parlare delle foto che non ho ancora scattato. Le persone in queste immagini le conosco tutte, fanno parte del rione e della mia vita. E io della loro. Ho sempre percepito una emozione al momento di scattare ciascuna di queste foto. Le persone, dal canto loro, cercavano a loro volta quella stessa sensazione di unicità e complicità».   La ferramenta è proprio un negozio d’epoca, dove il tempo scorre lentamente e con ritmi antichi. Non ci sono computer, totem e arredi di design. Entrare al civico 158 di Borgo Cappuccini equivale a fare un salto nel tempo, tra gli scaffali ricolmi di minuteria per piccole e grandi riparazioni, tra cassetti e corridoi rassicuranti dove c’è la soluzione a ogni cosa. «Non ricordo la prima fotografia che ho scattato, ma ricordo di aver iniziato ad “archiviare” una vita di lavoro e di quotidianità fatta di rapporti umani veri, di momenti di compagnia e di sorrisi autentici del quartiere – prosegue – Il negozio all’inizio era in una traversa di via Grande, poi dal 1948 c’è stato il trasferimento in Borgo Cappuccini. Adesso, in attesa chissà di una nuova esposizione, le immagini torneranno a dormire tra una serie di pannelli in cartone rilegati». Non è stato sempre facile «strappare» la foto agli avventori del negozio, è servita ostinazione e decisione. Condita dalla consapevolezza che un simile lavoro è destinato a perdurare nel tempo, anche per quella curiosità «nuova» di fronte all’oggetto fotografia. Così lontano dai clic di cellulari e macchine digitali. Sono immagini da toccare, capaci con il bianco e nero di restituire tutto il calore dell’attimo della creazione. Un’opera archivistica in piena regola, fatta con amore e passione. E amicizia.