
Isola d’Elba (Livorno), 12 luglio 2024 – All’Elba la stagione turistica stenta a decollare, i visitatori sembrano in leggero calo e anche le tartarughe si fanno desiderare. Se quella del 2023 era stata l’estate delle schiuse, che aveva fatto dell’Elba “l’isola delle tartarughe” (con già 4 nidi in questo stesso periodo), quest’anno le ’Caretta caretta’ stanno ritardando il loro arrivo, ma hanno deposto tre volte sugli arenili dell’isola di Pianosa. In compenso prendono sempre più piede i famigerati granchi blu, particolarmente belli, gustosi da mangiare, ma devastanti per i nostri fondali dove non hanno predatori naturali. Ora i crostacei d’oltreoceano stanno risalendo i fossi di Mola, spingendosi all’interno della zona umida nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, pronti a divorare tutto ciò che incontrano lungo il loro passaggio.
Il 9 luglio scorso la guida ambientale e Parco Roberto Barsaglini, bravo fotografo naturalista, ne ha individuati almeno 5 solo da un superficiale controllo dai ponticelli che portano all’aula didattica Verde-Blu di Legambiente. Cullati dal gracidare di rane verdi, rospi e raganelle, tra le cannucce e l’iris di palude, i volontari del Cigno Verde raccontano ai bimbi di un placido ecosistema che pullula di piccole vite. Un habitat di primaria importanza per la sosta di uccelli migratori come aironi, nitticore, garzette, tarabusi e per la biocenosi che ora l’invasivo granchio americano mette in pericolo.
Le soluzioni? Al momento difficili da individuare. Nella zona vige il divieto di pesca e starebbe al PNAT (Parco nazionale dell’Arcipelago toscano) revocare quella del granchio blu. "A deturpare l’ambiente di Mola - fa sapere Legambiente - si aggiungono cumuli di rifiuti indifferenziati che sistematicamente vengono abbandonati lungo una delle strade di accesso alla zona umida. Bisognerebbe mettere in atto misure per individuare e sanzionare pesantemente chi li abbandona".
Valerie Pizzera