Imprese: saldo positivo per la provincia

Bene turismo e ristorazione, segno meno per logistica e manifatturiero

La vetrina di un’attività chiusa (foto d’archivio)

La vetrina di un’attività chiusa (foto d’archivio)

Livorno, 4 settembre 2019 -  Il centro studi della Camera di Commercio Maremma e Tirreno, ha prodotto il raporto sulla demografia delle imprese per la provincia di Livorno, dove nonostante le difficoltà dovute alla sfavorevole congiuntura economica, emerge per il secondo trimestre 2019 un dato incoraggiante nel rapporto tra imprese nate e cancellate con un aumento di iscrizione per le nuove imprese e una ritrovata vitalità nel settore del mattone. Nel secondo trimestre 2019 infatti sono state ricevute agli sportelli della Camera di Commercio 526 iscrizioni e sono state effettuate 369 cancellazioni d’impresa, per un saldo positivo di 157 unità. Sul piano tendenziale, a conferma di un certo ritrovato dinamismo, le iscrizioni risultano dunque in aumento (+4,6%), come accade per le cessazioni (+1,7%). Tuttavis il tasso di natalità è comunque superiore a quello di mortalità, tanto che si calcola una tendenza alla crescita di 0,5 punti percentuali (tasso di crescita trimestrale).

Passando alle variazioni tendenziali per settori economici, fra quelle numericamente più rilevanti si osserva l’ennesimo balzo in avanti delle imprese che svolgono attività di ricezione e ristorazione (+0,5%) a dimostrazione che il turismo sta estendendo il suo raggio di azione.

Più in generale di tutti i comparti del settore terziario, con l’esclusione della logistica (-1,2%) e questo non depone a favore degli scali portuali di Livorno e Piombino dell’Interpreto Vespucci a Guasticce (Collesalvetti). A questi dati va aggiunta la variazione tendenziale positiva del settore primario (+0,3%), nonché quella più significativa dalle costruzioni (+0,5%), ossia del settore che ha subito più di tutti gli altri gli effetti della crisi economica globale, sia in termini di impatto sul valore aggiunto prodotto, sia per l’enorme perdita d’imprese e di posti di lavorato.

Nonostante questo timido segnale di ripresa, le costruzioni sono anche il settore per il quale permane ancora oggi lo stato di crisi. Come era già emerso nei trimestri precedenti, ovvero da oltre due anni, le attività manifatturiere ed le attività del commercio (entrambi con un trend negativo pari a -1,3%) continuano in un percorso di riduzione numerica. Sono settori anche questi che risentono della ridotta capacità di spesa dei consumatori.