Orgoglio toscano a Londra: chef livornese cucinerà per i campioni dei Mondiali di atletica

Erika Benifei Luciani entra nello staff di Gianfranco Vissani a Casa Italia

Erika Benifei Luciani

Erika Benifei Luciani

Livorno, 28 luglio 2017 - Non sa ancora se avrà l'opportunità di cucinare il cacciucco. Ma Erika Benifei Luciani, 40 anni, chef livornese da vent'anni ai fornelli, un grande obbiettivo professionale lo ha già raggiunto. Quello di entrare nel team dello chef Gianfranco Vissani, con cui cucinerà durante i Mondiali di atletica a Casa Italia, la base della nazionale italiana ai campionati di Londra, dal 5 al 13 agosto. E pensare che tutto è partito proprio da Livorno, da una serata di cucina a Montenero a cui la chef ha partecipato e nella quale ha incontrato Vissani e la sua squadra. Orgoglio labronico, orgoglio per la famiglia Benifei. Erika, che ha lavorato in diversi noti locali toscani, è la nipote di Garibaldo e Osmana Benifei, compianti ex partigiani e politici livornesi. "Sarebbero orgogliosi di me - dice - Sono sicura che mia nonna si sarebbe commossa alla notizia".

Come è nata questa opportunità?

"L'incontro con il team di Vissani a Montenero è stato decisivo. Abbiamo collaborato, loro si sono ricordati di me. Mi hanno chiesto se potevo dare la disponibilità per eventi successivi. E hanno pensato di includermi nello staff di Casa Italia. Considero Vissani un maestro. In questo lavoro frullano tantissimi progetti, poi di dieci se ne realizzano due. Il fatto che questa missione si concretizzi per me è un grande onore". 

Per quanto tempo starà a Londra?

"Una decina di giorni durante i campionati. Partirò ai primi di agosto per Roma, un paio di giorni prima di prendere il volo per Londra. Nel Regno Unito lavoreremo a Casa Italia, la struttura che ospita la squadra italiana e gli sponsor. Ci saranno due linee di cucina, una per gli atleti e una per gli sponsor. So che ci saranno altri nomi eccellenti a dirigere i lavori per qualche giorno. Sto aspettando le cartelle con i menu per studiarli". 

Ha mai cucinato in eventi del genere?

"Ho cucinato per una stilista di moda ma è la prima volta che mi affaccio al mondo dello sport. Sarà tutto nuovo per me. La coincidenza è che da giovane ho praticato proprio atletica leggera. Ho continuato fino a 20 anni, ho vinto qualche titolo locale. Dedico questo nuovo impegno professionale a mia sorella Dunia, che ai tempi era mia allenatrice. Le ho detto: 'Hai visto che ai mondiali di atletica ci sono andata?'. Ha sempre creduto in me". 

Che esperienze professionali ha avuto fin qui?

"Ho gestito locali fino al 2014, poi ho proseguito come cuoca stagionale. Un tempo, un locale lo faceva il cuoco. Oggi tutto si basa di più sulla location e lo stile, il cuoco è diventato più marginale. E' più difficile stare più anni nello stesso posto. E poi le tecnologie sono cambiate. Cambiando vari locali ho avuto l'opportunità di svolgere di fatto dei corsi di aggiornamento con diverse tecnologie".

Cucinerà piatti livornesi a Londra? 

"Ne parlerò. Cercherò con molta umiltà di stare al fianco dei grandi. Se dovessero chiedermi di preparare qualcosa di labronico, certamente". 

Ci parli del suo tocco in cucina...

"Adoro la semplicità. Penso che la qualità della materia prima faccia il piatto, da lì è più facile creare. Mi piace il ritorno al pesce povero, al pesce azzurro, alle tradizioni livornesi. Penso alla pesca di scoglio, poco lavorata, per rendere al massimo con le sue caratteristiche. Livorno ha una qualità e una quantità di pescato davvero molto variegata. E la gamma di ricette è enorme. Ho girato molto, ma il modo in cui noi cuciniamo il pesce è unico".

I suoi cavalli di battaglia?

"Spaghetti al riccio come primo. E poi i datteri ripieni".

I suoi nonni hanno avuto un ruolo importante nella politica livornese, cosa avrebbero detto di questo traguardo?

"Sarebbero stati orgogliosi di me. Ho creduto molto in questo lavoro anche quando loro avrebbero voluto che ripercorressi le loro orme in politica. Vorrei dire a mio nonno: ecco, sto andando a Londra a rappresentare il bene che mi hai trasmesso".