"Un'industria chimica senza impatto ambientale è un'utopia"

Il ricercatore Claudio Marabotti interviene dopo le parole pronunciate dal direttore dello stabilimento Solvay di Rosignano nel corso della Quinta commissione consiliare convocata sul tema dello sversamento di ammoniaca

Il dottor Claudio Marabotti

Il dottor Claudio Marabotti

Rosignano (Livorno), 23 settembre 2017 - “Il direttore degli impianti Solvay fa il suo lavoro: difende con lealtà gli interessi dell’azienda con cui ha firmato un contratto. D’altra parte bisogna pure riconoscere che un’industria chimica con un impatto nullo sull’ambiente è idea assolutamente utopica: un “prezzo” in termini di diffusione nell’ambiente di sostanze chimiche, spesso tossiche, va pagato. Ma le dichiarazioni fatte dal direttore hanno aspetti francamente difficili da condividere”. Ad intervenire è il dottor Claudio Marabotti, cardiologo dell’ospedale di Cecina e componente del pool di ricercatori che a cavallo tra 2016 e 2017 ha svolto un’analisi statistica relativa alla Bassa Val di Cecina volta a dimostrare l’incidenza di tassi di mortalità elevati in aree vicine a impianti industriali. Lo studioso poi prosegue evidenziando che “quando il dottor Papavero si vanta del fatto che Solvay “ha eliminato le celle a mercurio 13 anni prima del dovuto” si dimentica di specificare che per questo ha ricevuto importanti incentivi pagati con i soldi nostri, ossia oltre 13 milioni di euro. E tace sul fatto che sono state incentivate anche le opere di demolizione e smaltimento delle vecchie celle a mercurio. Inoltre, quando dichiara che Solvay è attore proattivo di questa comunità, si dimentica di spiegare come si inquadri in questa “azione proattiva” l'apertura di “un sistema di scarichi non mappati che permettevano all’azienda di diluire sostante come mercurio, piombo, selenio e fenoli vari affinché nel momento in cui questi arrivavano a valle risultavano in regola con i parametri previsti dalle normative di legge”. Atti per cui è stato accettato un patteggiamento nel 2013”.

“Infine – conclude Marabotti – il direttore non riferisce i dati quantitativi sul recente sversamento di ammoniaca. Mi auguro, in futuro, un atteggiamento più collaborativo ed aperto verso la cittadinanza. E mi auguro che chi ci amministra difenda con i denti l’interesse pubblico, pretendendo con severità il rispetto dell’ambiente, rifiutando l’odioso ricatto occupazionale del o ci incentivate o ce ne andiamo”.