Agente di polizia penitenziaria aggredito da un detenuto a colpi di sgabello

I sindacati protestano: "Situazione inaccettabile, servono interventi"

Carcere (foto di repertorio)

Carcere (foto di repertorio)

Livorno, 19 febbraio 2019 - Ancora un'aggressione ai danni di un agente di polizia penitenziaria in un carcere. Questa volta è successo a Livorno, nel penitenziario delle Sughere. 

Secondo quanto riportano fonti sindacali, un un assistente capo di polizia penitenziaria è stato colpito con uno sgabello lanciato da un detenuto non nuovo a comportamenti simili. Il poliziotto è stato costretto a ricorrere alle cure dei sanitari del penitenziario e, in seguito, anche al pronto soccorso, dal quale è stato dimesso con una prognosi di sette giorni e quattro punti di sutura in fronte.

Il caso riporta all'attenzione la drammatica situazione che da decenni affligge le carceri italiane e che non è mai stata risolta né seriamente affrontata. "Ormai, in questo momento storico si sta sempre più assistendo a una escalation di aggressioni ai danni di agenti di polizia penitenziaria e operatori in genere - dice il segretario provinciale della Uil Pa Polizia Penitenziaria Livorno, Mauro Barile Non è più possibile né concepibile assistere o essere semplici spettatori di questi reiterati e gravi accadimenti, è giunto il momento che l'amministrazione penitenziaria cambi decisamente rotta. Gli istituti penitenziari si fanno carico sempre più di persone con problemi psichici, considerata ormai la chiusura di strutture quali gli ospedali psichiatrici giudiziari. Infine, occorre sottolineare che sono sempre purtroppo più copiosi gli allarmanti atti suicidari del personale di polizia penitenziaria, evidentemente il personale si sente sempre più emarginato e soprattutto inascoltato e questo non è più tollerabile".

Anche il Cosp (Coordinamento sindacale penitenziario) denuncia: "Le Sughere sono un fronte caldo nel panorama carcerario nazionale, afflitto da enormi criticità e disagi a cui è costretto a far fronte lo scarso personale addetto alla sicurezza - dice il leader del sindacato autonomo, Domenico Mastrulli - Il sovraffollamento, una discutibile gestione dei detenuti e le complesse relazioni sindacali sono argomenti a noi noti. Il sindacato è più volte intervenuto con azioni di protesta in ordine alle ben note carenze strutturali e organizzative del complesso penitenziario all’interno del quale si registra uno stentato riconoscimento dei diritti sindacali. Ci auguriamo provvedimenti disciplinari esemplari nei confronti del responsabile come monito verso chi non ha rispetto della legge e di chi è chiamato a farla rispettare".