Agricamping, il caos dei sequestri

Gli imprenditori: "Abbiamo seguito le procedure e siamo nei guai"

Uno dei titolari delle aziende che hanno avuto i sigilli

Uno dei titolari delle aziende che hanno avuto i sigilli

Piombino, 17 luglio 2019 - La vicenda degli agricamping è sempre in alto mare. E la stagione turistica è ormai iniziata da settimane: tante attività sono in una situazione a dir poco drammatica in assenza di precise disposizioni. Dopo la lettera che la Delegazione Agricampeggi Costa degli Etruschi inviò a metà giungo al governatore della Toscana Enrico Rossi, niente si è più smosso. Chi aveva le strutture sequestrate le ha ancora sequestrate, chi vive con la paura di qualche controllo che a stagione iniziata potrebbe voler dire sequestro e fine della stagione. E malgrado impegni, presentazioni di decreti legge, nulla è cambiato.

E la rabbia di alcuni operatori sta facendo il giro del web. «Questo è quanto riceviamo indietro per aver fatto un investimento nel rispetto della procedura, del regolamento, del territorio e nel rispetto di quanto la Regione Toscana ha dettato come linee guida – scrive il titolare di una struttura sul suo profilo facebook - ancora oggi mi domando perché un sequestro ed un’attività chiusa quando è dimostrato che abbiamo ricevuto le autorizzazioni».

E questo è il punto: per una difformità fra i regolamenti comunali e quelli regionali è scattato il sequestro e sono mesi che la politica non riesce a sbloccare la situazione, malgrado interessamenti e prese di posizioni. «L’incubo che stanno vivendo le nostre aziende, è anche un paradosso – scrissero al presidente a giugno la delegazione agricampeggi, lettera che anche La Nazione pubblicò - Noi che il territorio lo preserviamo davvero e che in esse abbiamo investito tutto ciò che avevamo ed anche ciò che non avevamo, noi che abbiamo chiesto dei permessi alle Amministrazioni comunali, proprio come fanno tutte le persone per bene, e li abbiamo ottenuti, adesso ci ritroviamo indagati penalmente e con le aziende sequestrate. 

Siamo gente semplice ma onesta che paga sempre i propri conti, eppure ci ritroviamo con mutui che non possiamo più pagare, impegni con i fornitori che non possiamo onorare, ci ritroviamo a dover spiegare ai nostri (ex) clienti che non li possiamo più ospitare». Un settore che è – o dovrebbe essere - un fiore all’occhiello della diversificazione economica, che porta turisti rischia nella nostra zona di naufragare.