Lavoratori sfruttati in agricoltura. "5 euro all’ora e contributi irregolari"

La denuncia di Cgil e Libera

Lavoro nei campi

Lavoro nei campi

Venturina Terme (Livorno), 1 agosto 2019 - Agricoltura, lavoratori sfruttati e concorrenza sleale fra imprese. A denunciare la situazione sono la Flai Cgil, il Silf (sindacato italiano lavoratori finanzieri) e Libera presidio Rossella Casini di Castagneto Carducci San Vincenzo, dopo un incontro tenuto alla Camera del lavoro di Venturina Terme sullo stato di salute dell’economia agricola della Val di Cornia.

"Non sono emerse forme di caporalato, ma si rilevano gravi forme di sfruttamento del lavoro. Le vittime sono spesso lavoratori stranieri, magari sprovvisti di permesso di soggiorno, costretti a lavorare tra le 9 e le 12 ore al giorno dal lunedì al sabato (e in alcuni casi anche la domenica): la loro retribuzione si aggira – nelle migliori delle ipotesi – intorno ai 5 euro l’ora. Nei casi in cui esiste un contratto di lavoro vengono comunque inserite in busta paga solo 60-70 ore, pari a circa 6-8 giornate di contributi al mese: il minimo per poter beneficiare della disoccupazione agricola. Un altro serio problema è quello del dumping e della concorrenza sleale tra aziende. L’erogazione di salari da fame e l’imposizione di pesanti condizioni di lavoro permettono a alcune realtà di fissare prezzi dei propri prodotti più vantaggiosi rispetto a altre imprese che invece rispettano le regole".

Gli strumenti per cercare di porre un freno alle irregolarità esistono, ma devono essere applicati in maniera corretta. Esiste per esempio la ‘legge sul caporalato’. Le problematiche dei lavoratori agricoli della Val di Cornia sono comunque da anni al centro dell’attenzione anche dei vertici nazionali del sindacato.