"Aiuti all ’Ucraina, venite a darci una mano"

Livorno, la macchina della solidarietà lavora a pieno regime nella sede dell’ex circoscrizione 2 sugli Scali Finocchietti

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di Michela Berti

Il via vai è incessante. Arrivano da tutti i quartieri di Livorno, ma anche da Quercianella e dalle frazioni collinari. Arrivano i cittadini con le auto piene di scatoloni, dentro c’è di tutto: cibo in scatola, vestiario, coperte, cibo per gatti e cani, saponi... E il salone dell’ex circoscrizione 2, dato dal Comune alle associazioni, è diventato un magazzino. Dove gli aiuti vengono rigorosamente separati e messi in scatoloni dove la doppia etichetta, italiano e ucraino, ne indica il contenuto. "Questo lavoro è fatto esclusivamente da volontari – dice Virginia Panariello presidente da sette anni dell’Avo, associazione volontari ospedalieri – chiunque ha voglia di dare una mano può dedicare un po’ di tempo". Il lavoro da fare è tanto, il materiale aiuta in continuazione e, una volta preparati, gli scatoloni vengono portati in un deposito più periferico, un grande magazzino messo a disposizione da Luca Nannipieri. Qui arriva il tir che riparte alla volta dell’Ucraina. L’organizzazione degli aiuti è partita in maniera spontanea da un gruppetto di donne ucraine, Lada Tyshchenko, Irina, Pavlina, Svitlana, Merkulova, Orisyia Olesia che si sono rimboccate le maniche per accorciare quella distanza siderale che le separa dalla loro terra, dalle loro famiglie, dai loro uomini. Non si fermano un attimo, si danno il cambio, organizzano i turni per lasciare sempre aperta la porta sugli Scali Finocchietti, fino alle 20 si possono portare gli aiuti.

A dare una mano c’è Antonio Morozzi, perfetto conoscitore della città e con contatti in tutti i quartieri e Artem Petrov. Ucraino doc, il suo italiano è incerto ma vive a Livorno dal 2014 con il figlio di 16 anni e la madre. "Mia moglie lavora a Kiev – racconta – ora non riesce a venire via perchè la città è circondata. Siamo molto preoccupati e quando cerchiamo di parlarci non è facile, cade sempre la linea". Quando la guerra sarà finita tornerai a vivere in Ucraina? Prima di rispondere, Artem si guarda le mani: "Non lo so – dice smarrito – è una domanda alla quale ora non so rispondere. Cosa sarà il futuro è difficile dirlo, spero solo che la guerra non si allarghi all’Europa". Con questa angoscia nel cuore, anche Artem si rimette a lavoro, per impilare quegli scatoloni che dopo poche ore partiranno alla volta delle lontane città bombardate dalla guerra.

Per dare una mano è stato aperto anche conto corrente: IT 49 F0306909606100000186253. I soldi serviranno a fare i trasporti ovvero spese di carburante e autostrada. Ecco il materiale che serve al centro raccolta: pasta, legumi, olio, prodotti in scatola, cibo per bambini, antidolorifici, anticoagulanti, antistaminici, antinfiammatori, atipiretici, garze, bende, kit per sutura, bisturi, acqua ossigenata, cerotti, guanti, coperte isotermiche, shampoo, bagno schiuma, sapone, detersivi, assorbenti, pannolini da bambhini e adulti, candele, torce, batterie, tappetini da palestra, ciucci, biberon.