Combattimenti fra cani, un business. E il fenomeno è in aumento

Ecco a chi rivolgersi per segnalare le lotte clandestine

Chi addestra cani per farli combattere utilizza vari metodi per renderli più cattivi

Chi addestra cani per farli combattere utilizza vari metodi per renderli più cattivi

Firenze, 5 marzo 2019 -  I combattimenti  fra cani, organizzati a scopo di lucro, sono una vera e propria “piaga” in Italia. Ne parliamo con un esperto, Ciro Troiano, criminologo e responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav-Lega antivivisezione.

Il fenomeno del combattimento fra cani è in aumento in Italia? Recentemente c’è stata una grossa inchiesta che ha coinvolto la Liguria, altre regioni italiane e la Serbia

"Sì, esiti investigativi, segnalazioni e soprattutto i risconti giudiziari ci indicano un pericoloso aumento dei casi di combattimento tra animali nel nostro Paese. Dagli ultimi dati delle Procure elaborati dall’Osservatorio Nazionale Zoomafia Lav che ho l’onore di dirigere, si evince che a livello nazionale i procedimenti penali per il reato di organizzazione di combattimenti tra animali e competizioni non autorizzate, di cui all’art. 544quinquies c.p., nel 2017, rispetto al 2016, sono aumentati del +4,54. La recente inchiesta che è venuta alla ribalta sulla cronaca è la dimostrazione di quanto sia articolato e diffuso questo fenomeno che richiama interessi diversi e si sviluppa in tutta Italia".

Dove sono le situazioni peggiori? E cosa c’è dietro tutto questo? Mafia, riciclaggio denaro sporco, scommesse, altro?

"Non possiamo parlare di una localizzazione geografica dei combattimenti: si tratta di un fenomeno criminale che non ha confini territoriali. In tutte le regioni si segnalano tali eventi criminali. Certo, in alcune regioni la pressione della criminalità organizzata coinvolge anche questa attività e sono stati accertati in sede giudiziaria collegamenti o interessi di gruppi mafiosi locali. In Toscana negli anni passati sono state avviate indagini di respiro nazionale che hanno coinvolto decine di persone. In provincia di Pisa, ad esempio, fu sequestrato un allevamento di pit bull e il responsabile fu condannato. Ad Aulla, invece, in un’inchiesta diversa, fu sequestrato un allevamento di molossi. Anni prima, un’inchiesta della Squadra Mobile di Firenze permise di sequestrare, per la prima volta in assoluto, un regolamento per i combattimenti e un manuale di allevamento dei cani. Più recentemente un’inchiesta su combattimenti tra dogo e cinghiali partita da Urbino ha coinvolto anche due persone della provincia di Perugia".

Quali sono le condizioni nelle quali vengono tenuti questi cani? Vengono utilizzate anche droghe per farli diventare più aggressivi?

"In cinomachia, l’allenamento e l’addestramento sono di per sé cruenti. Oltretutto, certe atrocità non hanno nessun effetto positivo per la preparazione o l’addestramento ai combattimenti. Le ipotesi di “maltrattamento” spaziano dall’incrudelire, al sottoporre gli animali a strazio e sevizie, dal costringerli a comportamenti e fatiche insopportabili per le loro caratteristiche, al detenerli in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze. L’uso di farmaci non consentiti, di anabolizzanti o, addirittura, di sostanze stupefacenti, è stato accertato in alcuni casi".

Quali sono i cani maggiormente utilizzati per questi combattimenti?

"Sicuramente il pit bull è la razza maggiormente coinvolta, suo malgrado. In genere sono utilizzati molossi. Come accennato precedentemente, i dogo argentini, ad esempio, vengono utilizzati per i combattimenti con i cinghiali". 

Chi si accorge di qualcosa di illecito a chi può/deve rivolgersi?

"Si tratta di un delitto e come tale di competenza di qualsiasi organo di polizia giudiziaria. Se si ha notizia di combattimenti occorre fare denuncia e qualsiasi omissione si traduce in tacita complicità con i criminali coinvolti. Per contrastare il preoccupante aumento delle lotte clandestine la Lav ha attivato il numero “Sos Combattimenti”: telefono 06.4461206, attivo dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17. Lo scopo è quello di raccogliere segnalazioni di combattimenti tra animali per tracciare una mappa dettagliata del fenomeno e favorire l’attivazione di inchieste giudiziarie e sequestri di animali. Ovviamente non si tratta di un organo di polizia né di pronto intervento e le denunce, in ogni caso, vanno presentate alle autorità competenti"