Cambia tutto per non cambiare niente

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Michela

Berti

Cerca di sganciare Livorno dalle emozioni del congresso nazionale, il segretario comunale del Pd Federico Mirabelli che si ricandida alla guida del partito. Infatti, ufficialmente, non si schiera. Partecipa ai lavori per la Schlein ma non ha aderito ai comitati; non si smarca dall’ala Bonaccini che vanta esponenti di giunta - dalla Ferroni a Garufo - e anche storici segretari come De Filicaia, tutti ancora sotto l’ala all’ex parlamentare Romano. Mirabelli dunque prova questa operazione ’gattopardesca’: cambiare tutto per non cambiare niente. Del resto, si dice, perchè cambiare a Livorno dove il Pd ha retto anche alle ultime devastanti politiche? Ecco che la conferma di Mirabelli si fa forte del ’modello Livorno’ che funziona, si va avanti così. ’Modello Livorno’ che si basa su un sindaco civico pronto al secondo mandato, un Pd che apparentemente non cambia marcia e alleanze ancora tutte da definire. A poco sono serviti gli scossoni di un gruppo di dissidenti – Lamberti in testa – già alle prese con battaglie intestine. ’Modello Livorno’ che dovrà , però, rivedere la sua strategia visto che nel 2024 si andrà al voto con qualche problemino da risolvere. I rapporti con Italia Viva e Azione da una parte e con i grillini dall’altra. Si tratta, sempre e comunque, di cronicizzazione di storie personali, a Livorno funziona così. Nel primo gruppo Cosimi, Baldi e Bettini che martellano il partitone un giorno sì e l’altro pure, e dall’altra lo scontro tra il primo cittadino e la leader grillina Sorgente. Lei non lo vuole candidato, discorso chiuso.

Il Pd dice di essere aperto, ma alla fine anche Mirabelli dovrà decidere da che parte stare. Ah, dimenticavo. Il segretario territoriale Alessandro Franchi ha già scelto da quale parte stare: dietro a Mirabelli. Vada avanti lui, che poi lo segue!