"Carcere di Gorgona, modello da esportare"

Il ministro Cartabia con la rettrice Nuti della Sant’Anna in visita sull’isola per conoscere il sistema di recupero dei detenuti

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Valutare come l’esperienza unica di carcere ’aperto’ dell’isola della Gorgona possa costituire un punto di riferimento per l’intero sistema penitenziario, è uno degli obiettivi principali della convenzione quadro, firmata ieri tra Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Casa circondariale di Livorno, sezione distaccata della Gorgona. Alla cerimonia della firma ha partecipato Marta Cartabia Ministro della Giustizia, per la prima volta in visita a Gorgona.

Proprio la Cartabia prima della firma ha detto: "Grazie a questa convenzione con una prestigiosa istituzione universitaria, la Scuola Sant’Anna di Pisa, sarà possibile fare un approfondimento scientifico per evidenziare quei tratti che rendono l’esperienza dell’isola carcere di Gorgona così unica e, speriamo, replicabile in altri contesti".

Scopo delle attività che saranno realizzate dalla Scuola Superiore Sant’Anna a Gorgona, è individuare e analizzare in maniera critica le peculiarità che rendono il ’modello Gorgona’ più funzionale alla realizzazione della funzione rieducativa della pena sancita dalla Costituzione. La convenzione prevede anche di attivare collaborazioni con il mondo del Terzo Settore, valorizzando gli strumenti normativi in vigore.

La professoressa Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna, ha osservato: "Spesso in Italia non si dà il giusto risalto a modelli virtuosi come quello attuato sull’isola di Gorgona. In questa esperienza ci ritrovo l’anima delle scienze applicate, il coraggio di mettere le mani in pasta dove la vita delle persone scorre, dove la nostra società si cimenta. Questo studio è un’occasione anche per noi perché permetterà una collaborazione interdisciplinare tra le varie aree della Scuola". Emblematico il commento di Emanuele Rossi, docente della Scuola Sant’Anna: "Siamo davvero convinti che l’esperienza del carcere di Gorgona possa aiutare tutto il sistema carcerario italiano ad essere un luogo in cui si ricomincia".

Infatti sull’isola carcere di Gorgone, grazie anche all’iniziativa e alla caparbietà del direttore uscente Carlo Mazzerbo (sarà in pensione dal 1 luglio) negli anni è stata sempre più un’isola collegata al continente, non più isolata solo come luogo dove scontare la pena detentiva, ma una realtà permeabile, visitabile e luogo di lavoro inteso come pratica riabilitativa per rientrare a fine pena nella società, con una professionalità acquisita sull’isola. Tra queste professionalità rientra la viticoltura e la produzione di vini grazie alla collaborazione con Lamberto Frescobaldi, presidente della Marchesi de’ Frescobaldi, la rinomata azienda vitivinicola toscana. Grazie alla collaborazione con l’amministrazione penitenziaria, ha avviato a Gorgona la produzione di un vino, il Gorgona Rosso dal 2015 (Sangiovese e Vermentino) le cui uve sono coltivate a Gorgona.

Il ministro Cartabia in proposito ha ricordato: "A Venezia durante un meeting tra i ministri della giustizia europei facemmo omaggio dei vini di Gorgona a ciascuna delegazione. È stata un’occasione per far conosce in Europa il prodotto del vigneto di questa isola".

M.D.