Caso Modigliani, l'esperta: "Firme pasticciate e dal tratto infantile"

La Quattrocchi va giù duro, il direttore Da Passano: "Palazzo Ducale, noi profondamente amareggiati"

Amedeo Modigliani

Amedeo Modigliani

Livorno, 12 gennaio 2018 - Firme «con tratto infantile» o «pasticciate», figure assemblate «senza alcuna competenza in materia», tele invecchiate «in maniera maldestra». Sono durissimi i giudizi della consulenza della professoressa Isabella Quattrocchi, l'esperta nominata dalla Procura di Genova per la consulenza sulle 21 opere attribuite ad Amedeo Modigliani e sequestrate lo scorso luglio. E ancora, come scritto anche dalle due esperte scientifiche Marie-Pierre Etcheverry e Tiziana Mazzoni (sempre nominate dalla procura), in alcuni casi i «pigmenti non sono compatibili con la palette di Modigliani ma sono databili a dopo la seconda guerra mondiale».

Molti dei dipinti sequestrati sono ricoperti con un pannello di «carton plum» per «non svelare i trucchi della realizzazione, volendo farlo passare per un dipinto d'epoca. In altri casi il tratto analizzato e quello di un »dilettante, privo di qualsiasi vena artistica su supporto in tela già preparata, di tipo commerciale, tirata su un telaio di tipo seriale con una traversa e nonostante le chiavi di tensionamento risulta allentata, artificiosamente ingrigita«. Nel caso del dipinto Nudo disteso (Ritratto di Celine Howard) la consulente, invece, sottolinea come sia necessario un ulteriore approfondimento dei Ris dei carabinieri. L'inchiesta vede indagati l'allora curatore Rudy Chiappini, il presidente di MondoMostre Skira Massimo Vitta Zelman e il collezionista e mercante d'arte Joseph Guttmann, proprietario di alcune delle opere ritenute false. I legali dei tre insieme a quelli di alcuni proprietari dei dipinti (gli avvocati Massimo Boggio, Stefano Savi, Massimo Sterpi e Cesare Dal Maso) con ogni probabilità chiederanno una consulenza di parte per dimostrare l'autenticità delle opere.

L' 'incidente' Modigliani «ci lascia profondamente amareggiati, ma riteniamo che avendo operato con le dovute garanzie la Fondazione, dichiarata nel procedimento dalla stessa Procura di Genova parte lesa, abbia nella vicenda ben poca responsabilità». Lo scrive il direttore di Palazzo Ducale Piero Da Passano che commenta così l'affaire delle 20 opere di Modigliani ritenute false e sequestrate durante la mostra a Palazzo Ducale. «Credo non si possa negare che il Ducale di Genova abbia raggiunto un grado di riconosciuta autorevolezza» scrive Da Passano che ricorda il ruolo internazionale ricoperto da palazzo Ducale nel settore espositivo iniziato nel 1992 e proseguito con decine di mostre di altissimo livello come quella su Van Dyck, il Futurismo, L'Età di Rubens e mostre 'chiavi in manò come l'esposizione blockbuster di Marco Goldin ('Van Gogh e il viaggio di Gauguin', record con 340 mila visitatori). «A fronte della progressiva diminuzione delle risorse disponibili e restando primaria l'esigenza di produrre mostre di portata nazionale, è stato giocoforza appoggiarci a partner di livello in grado di assumere il rischio d'impresa. Per venire a Modigliani Mondo Mostre-Skirà (il cui presidente Massimo Vitta Zelman è indagato nell'indagine sui falsi, ndr), è il primo in Italia e probabilmente in Europa e aveva già prodotto una mostra su Modigliani a Pisa nel 2014 e alla Galleria d'Arte Moderna di Torino nel 2015. Di più, il curatore da loro scelto (Rudy Chiappini, anch'esso indagato, ndr), per molti anni direttore del Museo di Arte Moderna di Lugano, aveva realizzato una mostra su Modigliani nel 1999 a Lugano e a Roma nel 2006».