"Cinghiali all'Elba, una dittatura"

La Regione salva gli animali ma gli agricoltori sono sul piede di guerra

Agricoltori sul piede di guerra contro i cinghiali

Agricoltori sul piede di guerra contro i cinghiali

Isola d'Elba, 10 agosto 2018 - All'isola d'Elba, anche in spiaggia, ormai comandano i cinghiali. Gli agricoltori ed i residenti vengono in secondo piano». Ad affermarlo è la Coldiretti che attacca, con parole ancor più dure di quelle del mondo ambientalista, la recente decisione della Regione di dichiarare, nella nuova mappatura recentemente approvata, l’Elba come ‘area vocata al cinghiale’ – cioè un luogo dove i cinghiali ci devono stare – nonostante le sollecitazioni e la contrarietà delle aziende agricole che da anni subiscono danni alle coltivazioni ed il fatto che si tratti di una specie importata negli anni ’70, cresciuta a dismisura, protagonista di tanti episodi che hanno messo a rischio la sicurezza di residenti e turisti. 

"Le revisioni apportate dalla Regione alla mappatura – attacca Guido Allori, presidente della locale sezione della Coldiretti – dimenticano le imprese agricole e turistiche che in questi anni hanno pagato un prezzo altissimo a causa della presenza fuori controllo di orde di cinghiali che si spingono fino agli abitati e addirittura fino in spiaggia, tra i bagnanti. La Regione ha deciso di lasciare tutto come è attualmente perché nelle aree non vocate non ci sarebbero, a detta dei relatori della commissione, gli strumenti efficaci di rimozione della specie. Ma ha fatto anche di più: sono state considerate non soggette a danni, alcune tipologie di coltivazione che subiscono spesso danneggiamenti o non possono essere regolarmente coltivate a causa di una consistente presenza degli ungulati come prati stabili, oliveti, colture temporanee associate a colture permanenti, pascoli naturali».

Allori non nasconde la sua rabbia e delusione. «Le richieste delle imprese agricole – aggiunge – sono state disattese. Registriamo troppe incongruenze ed il solito valzer delle responsabilità. Qui vige ora la dittatura del cinghiale. Quando leggo che non ci sono gli strumenti di prelievo efficace mi viene da ridere: è un assist ai cacciatori che troveranno sempre esemplari da cacciare. Nel frattempo l’agricoltura ed il turismo, che creano occupazione e reddito sull’isola, continuano a soffrire anche a causa della presenza di una specie invasiva che distrugge coltivazioni e produce rischi per la salute e la sicurezza delle persone".