Demiro Marchi, eredità preziosa "La scuola come ascesa sociale"

Il convegno al teatro Solvay nei cento anni della nascita dell’ex sindaco e professore pedagogo

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"Ricordare Demiro Marchi significa parlare di un pezzo di storia di Rosignano e della ricostruzione della nostra collettività sia dal punto di vista infrastrutturale che sotto l’aspetto sociale, con la scuola che è stata uno dei pilastri sui quali si è fondato l’impegno di Marchi". Con queste parole il dsaco Daniele Donati, ieri mattina, ha aperto il convegno al Teatro Solvay per celebrare Demiro Marchi, ex sindaco, uomo politico, studioso, per i cento anni dalla sua nascita. "Lo ricordiamo come persona legata alla nostra comunità, ma anche come uomo che ha creduto nella scuola come elemento di crescita collettiva". Sul palco a parlare sono stati il professor Franco Cambi (considerato uno dei più autorevoli e operosi specialisti di teoria e di storia dell’Educazione d’Italia, già professore ordinario di Pedagogia Generale presso l’Università di Firenze, ex collega e amico di Marchi), il professor Cosimo Ceccuti (presidente della Fondazione Spadolini - Nuova Antologia, già professore ordinario presso la facoltà di scienze politiche “Cesare Alfieri” di Firenze), i familiari di Demiro Marchi e il regista Rachid Benhadj. "In Italia – ha spiegato il presidene Eugenio Giani – la scuola rappresentava un elemento di discrimine tra classi sociali. Poi la riforma del sistema scolastico, con il tempo pieno e l’obbligo spostato in avanti, è stato un elemento di rottura col passato e ha trasformato la scuola in uno strumento di massa per elevarsi dal punto di vista culturale e civico. E questo è ciò in cui credeva Demiro Marchi".