Vive da anni in Italia e come la maggior parte delle sue connazionali venute nel nostro Paese, Aysha Baydinova lavora come badante. Sono circa 600 le cittadine ucraine che vivono e lavorano a Livorno quasi tutte come colf o badanti. Quando Aysha ha accetta di rispondere alle nostre domande, la prima cosa che ci ha detto è stata: "Oggi all’alba (ieri, ndr) mi ha chiamato dalla capitale Kiev mia sorella. Era terrorizzata. Mi ha detto che è scoppiata la guerra con la Russia. Ci sono state esplosioni anche a Kiev".
Oltre sua sorella chi è rimasto in Ucraina della sua famiglia?
"Miamadre e un’altra mia sorella che abitano nella parte dell’Ucraina che dista appena centro chilometri dal confine con la Polonia. Anche loro hanno paura. La situazione è precepitata in poche ore. Temevamo che iniziassero le ostilità, ma in cuor nostro speravamo di no...".
Ha figli in Ucraina?
"Sono preoccupata anche per le mie due figlie e i miei nipotini perché entrambe hanno bambini. Cosa ne sarà di loro? Sono terrorizzata. Vorrei fai venire qui in Italia almeno mia madre. Vorrei che venissero anche le mie sorelle e le mie figlie con i bambini".
La gente in Ucraina sta tentando di lasciare il Paese...
"È impossibile, o estremamente difficile. La mia famiglia mi ha detto che sono stati chiusi i confini, le stazioni, gli aeroporti. Chi ha potuto se ne emanato via tra martedì e mercoledì. Non ci sono aerei e treni per lasciare l’Ucraina. La situazione è drammatica. Temo che a fare le spese di tutto questo sarà la popolazione civile".
È impossibile per lei ora tornare in Ucraina?
"Putroppo è così. È impossibile andare, difficilissimo fuggire, se non addirittura impossibile. La mia famiglia è la. Mia sorella è sotto le bombe a Kiev. Un incubo che non mi da pace. Sono terrorizzata e disperata. Ma sopratutto impotente davanti a tutto questo".
Monica Dolciotti