"Mancano i medici di famiglia". All'isola d'Elba è allarme rosso

Il sindaco di Marciana, Barbi: "Non c’è ricambio generazionale, l’Università non è allineata al servizio sanitario"

Medico (Foto di repertorio)

Medico (Foto di repertorio)

Isola d'Elba, 17 febbraio 2021 - Il sindaco di Marciana, Simone Barbi, lancia un grido di allarme per la mancanza del medico di medicina generale nelle frazioni di Pomonte e Chiessi che presto, alla luce dell’imminente pensionamento di un altro medico, potrebbe estendersi al restante territorio di Marciana. E lo fa inviando un’accorata lettera al responsabile della zona distretto Elba dell’Asl, Fabio Chetoni, e al presidente della Conferenza dei sindaci Angelo Zini, il quale ha già messo l’argomento all’ordine del giorno della riunione dei primi cittadini in programma domani.

"Marciana – scrive Barbi – è il comune con l’età media più alta della Provincia di Livorno con prevalenza quindi della ‘fascia debole’. Siamo in tempo di Covid che significa che le paure e le necessità di assistenza delle persone sono aumentate. I cittadini di Pomonte e Chiessi non possono fare affidamento sul servizio del medico di base. E’ scandaloso, ma come tante altre distorsioni del nostro tempo pare normale".

Barbi si sofferma sull’attuale situazione. "Da vent’anni – aggiunge il sindaco marcianese – in tutta l’Italia manca il ricambio generazionale, perché la programmazione delle Università non è allineata alle necessità del servizio sanitario. Quando un medico va in pensione si inizia a navigare a vista. I nostri paesi, che da lungo tempo soffrono di un eccessivo turn over, oggi sono privi dei servizi che fanno di una nazione una nazione civile. I medici operativi nei comuni limitrofi, ai quali attualmente bisogna rivolgerci, sono in affanno. Quale "ascolto" e "cura" potrebbero offrire?".

L’appello di Barbi è accorato: "Domando a tutti – conclude il sindaco – come ci si può aspettare che le popolazioni tacciano e subiscano a lungo quando viene leso il loro diritto alla salute? Mi si dice che non ci sono medici in graduatoria disponibili. Sappiamo inoltre che il nostro è un territorio poco appetibile, ampio e decentrato, ma questo non è un motivo valido per considerare cittadini di serie B, coloro che rimangono a presidiarlo. Pertanto, facendo seguito agli innumerevoli contatti telefonici, chiedo un intervento immediato per consentire a tutti i miei cittadini di veder riconosciuto questo loro sacrosanto diritto. Si prevedano incentivi per chi si renda disponibile a operare nei nostri territori scomodi. Da parte del Comune garantisco la massima disponibilità ad accogliere eventuali richieste inerenti l’organizzazione logistica".