Esplosione alla raffineria Eni, la polemica: "Alert system quando tutto era finito"

Stagno, "i messaggi sono arrivati in ritardo. Non sappiamo nemmeno quale sia la via di fuga, mai un piano di evacuazione"

Livorno, 1 dicembre 2021 - "Mia moglie era al Villaggio Emilio a casa di suo padre quando ha sentito il fragore dell’esplosione alla raffineria, poco distante da casa nostra. Tutta la gente che era a casasi è riversata in strada spaventata. Non si riusciva a capire cosa fosse accaduto. A noi residenti non è arrivato alcun avviso dall’alert system comunale. Abbiamo avuto informazioni da Facebook e sui siti online che stavano trasmettendo le notizie in tempo reale". Questa è la testimonianza di Stefano Demi, residente di Stagno, in quel momento a lavoro a Pisa, rientrato precipitosamente a casa.

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Demi sottolinea: "Non sappiamo quale siano le vie di fuga da Stagno qualora alla raffineria succedesse un incidente grave. Chi ce lo può dire? Vivo a Stagno dal 1967 e in tutto questo tempo non mi risulta che qualcuno abbia mai convocato assemblee periodiche con i residenti per illustrare il piano di evacuazione. L’unica via di fuga possibile, forse, sarebbe via Ajaccia che sbuca al Cisternino di Pian di Rota ma è in stato pietoso".

Letizia Biondi era a scuola a prendere la bambina intorno alle 14 quando ha sentito l’eplosione, mentre il marito Andrea Marotta era a casa. "Sabato 27 novembre verso le 10,30 del mattino avevo già sentito ben tre boati provenire dalla raffineria – ha detto Letizia - poi l’eplosione. È stato terribile. Non abbiamo sentito la sirena dell’allarme alla raffineria". Il marito ha raccontato: "Sul telefono ho ricevuto tramite l’alert system un messaggio vocale che invitava a stare in casa, o a cercare un posto dove ripararsi per non restare all’aperto. Ma il messaggio è arrivato alle 14,46, parecchi minuti dopo l’eplosione avvenuta intorno alle 14".