Fa troppo caldo Rimandiamo a settembre

Luca

Filippi

Una volta l’inizio del mese d’agosto segnava una sorta di ’magica sospensione’ delle solite attività. Per molti un mese sinonimo di ferie, per tanti comunque un periodo da vivere a ritmo lento, tra qualche domenica al mare, una cena con gli amici e un po’ di fresco la sera.

Quest’anno l’impresa però si fa ardua. Prima di tutto perché il caldo non dà tregua e alla lunga 35 gradi stancano, oltre a fare danni all’economia e a mettere a rischio l’ambiente con la siccità. Ma non finisce qui, perché per la prima volta in quasi ottant’anni di vita repubblicana, si vota il 25 settembre. Una data anomala rispetto al classico appuntamento primaverile. Se in passato la campagna elettorale d’agosto era stata evitata (anche con i famosi governi balneari), un motivo c’era: estate e politica non vanno d’accordo. I temi da affrontare sarebbero tanti, ma la fiducia è poca e l’insofferenza è tanta. Dopo il covid ci voleva un po’ di tregua, non nuove preoccupazioni, come decidere chi votare per limitare i danni. Specialmente a Livorno, a Castiglioncello, a Cecina, a San Vincenzo, all’Elba la gente è impegnata nella stagione turistica. Anche i pensionati tra un comizio (di qualsiasi partito) e un bagno al mare sanno cosa scegliere (il mare). Insomma, interesse zero, o quasi, per il candidato che abbia la malaugurata idea di venire a cercar voti sotto l’ombrellone. Tour destinati a cadere nel vuoto, almeno sulla costa. Al massimo un appuntamento serale tra un fritto misto e un bombolone, ma è sempre difficile, stante il caldo afoso anche di notte.

Per cui, cari politici, non vi resta che sperare in un settembre fresco, in un po’ di autunno anticipato. Allora, forse, saremo più tolleranti.