Faldo, l’assemblea dei portuali blocca la vendita del complesso

Ci si attendevano 18 milioni dall’operazione commerciale, avrebbero dato ossigeno alle casse della Cpl

L'ingresso del Faldo

L'ingresso del Faldo

Livorno, 15 dicembre 2022 - Non si trova la pace sulle banchine livornesi. Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che boccia la richiesta di esclusiva dei servizi ai passeggeri della Porto 2000 - innescando quasi certamente nuove vertenze con richieste dei danni alla AdSP per i ritardi di consegna delle aree banchine - adesso è scoppiata la grana per la Cpl (Compagnia Portuali Livorno) sulla vendita dell’autoporto del Faldo.

Una vendita, quella del grande parco di Collesalvetti a servizio dei traffici di auto sbarcati in porto, che veniva data per acquisita con l’entrata nelle asfittiche casse della Cpl di circa 18 milioni di euro. Invece due giorni fa l’assemblea dei soci della cooperativa dei portuali ha bocciato a larga maggioranza l’operazione, contestando in questo modo tutta la linea seguita dai vertici. Uno schiaffo, dicono gli stessi portuali, al consiglio direttivo, con il presidente Raugei e i consiglieri Dalli e Ghezzani. Uno schiaffo che rimette in alto mare il problema delle esposizioni della Compagnia, che supererebbero i 10 milioni di euro in particolare per l’ipoteca sul palazzo di via San Giovanni.

Si apre adesso un delicato capitolo interno alla Compagnia dei portuali. Da una parte chi ha bocciato l’accordo di vendita già praticamente concluso con l’accordo anche con l’altro socio, il gruppo milanese Koelliker- doveva essere formalizzato entro un paio di mesi- avrebbe sostenuto che manca un piano operativo di utilizzo della entrata e inoltre di non essere stata debitamente informata dello sviluppo della trattativa. Dall’altra i vertici della Cpl sostengono di aver svolto già un paio di pre-assemblee informative sul progetto, nelle quali erano emersi interrogativi che sarebbero stati chiariti. E che comunque saranno chiariti in prossimi incontri.

Interpretazioni a parte della bocciatura da parte dell’assemblea, si apre adesso una fase piena di incognite. I vertici della compagnia ritengono che si tratti di un incidente di percorso non sufficiente a buttare all’aria un progetto perseguito ormai da almeno tre o quattro anni: progetto tra l’altro indispensabile per risanare le casse di una cooperativa che ha subìto pesantemente- e ancora subisce- le conseguenze della caduta dei traffici legata al Covid e alla crisi internazionale. Da parte di chi ha bocciato il progetto di vendita si chiede di andare a fondo della situazione debitoria: e c’è chi si spinge a contestare lo stesso vertice, che pure é stato rieletto circa un anno fa.