"Fuggite dall’inferno della guerra"

Il racconto di questa famiglia che ora si trova al Gabbro. Tre generazioni in viaggio per non morire

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"A Livorno con un pullman sono già arrivati 40 bambini dall’Ucraina. Saranno ospitati dalle nonne e mamme che lavorano qui". Lo fa sapare padre Yuri Machalaba della chiesa greco-ortodossa di San Vladimiro e Olga di Livorno. Da qui è anche già partito il primo carico di aiuti per la popolazione ucraina. Intanto con due auto sono partiti per la Polonia Olga Bulakhovska 35 anni ucraina, arrivata 17 anni fa in Italia, il marito Miguel Citi 36 anni livornese, con un amico Martin e i genitori di Miguel, Michela e Nevo. Scopo del viaggio, portare in salvo le tre figlie del fratello di Olga: Yaroslava di 7 anni, Sofia di 14 anni e Anastasia 22 anni del fratello di Olga, la loro mamma Okana e la loro nonna Teresa. Sono scappate da Leopoli, città dell’Ucraina a 70 km dal confine con la Polonia. Nell’abbandono della loro patria, c’è anche il dramma della separazione dagli uomini della famiglia che hanno scelto di restare per difendere la loro terra. "Le mie nipoti, la loro nonna e mia cognata sono arrivate a Varsavia dove siamo giunti anche noi sabato. - ci racconta Olga - Loro ce l’hanno fatta grazie a due volontari (un bielorusso e un polacco che studiano in Polonia all’università) che in auto le hanno accompagnate dalla frontiera con l’Ucraina fino a Varsavia. A poca distanza dalla frontiera hanno dovuto lasciare l’auto perché la strada era bloccata da una lunghissima fila di mezzi. Mio fratello le ha scortate con il figlio di 19 anni fino al confine polacco. Lì si sono separati: mio fratello e mio nipote sono dovuti rimanere in Ucraina. Sono stati già chiamati per essere arruolati". L’abbraccio straziante e via in auto per ore fino a Varsavia. Poi l’abbraccio con i familiari arrivati dall’Italia, che le hanno prese in consegna e portate nella casa di famiglia al Gabbro, a una manciata di chilometri da Livorno". Olga e Miguel da Firenze si sono trasferiti da un anno a Livorno perché Miguel ha i genitori livornesi. Hanno studiato entrambi all’Accademia delle Belle Arti a Firenze dove si sono conosciuti. Tutti e due sono pittori ritrattisti. Olga ha un altro fratello di 36 anni e il padre di quasi 70 anni. Vivono al confine con la regione di Kiev a Hnivan. "Nessuno si aspettava l’attacco russo. Quando abbiamo sentito all’alba del 24 febbraio le esplosioni e le incursioni aree ci sono resi conto della guerra. - ci dice Okana - Con mio marito abbiamo una ditta di falegnameria. Lui è rimasto con nostro figlio anche per difenderla con la nostra casa e la città. Lì è la nostra vita". "La bimba di 7 anni è scappata senza una bambola. - sottolinea Olga - Gli zaini sono stati riempiti di corsa con il necessario. Non c’era posto per i giocatori". Anastazia la più grande stava favendo pratica per la professione di psicologo a Leopoli. Non ha perso tempo. "Appena arrivata in Italia - ci dice - mi sono subito adoperata per dare aiuto psicologico ai miei connazionali a distanza".

Monica Dolciotti

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