Fumi in porto, il caso in consiglio

Livorno, la lista civica porta in aula il problema sollevato dai cittadini per l’inquinamento delle navi

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Dopo il confronto a distanza su ’La Nazione’ tra Coordinamento Livorno porto pulito e assessore all’ambiente del Comune, Giovanna Cepparello, sul tema spinoso delle emissioni inquinanti delle navi che stazionano nel porto di Livorno, adesso interviene la formazione politica Buongiorno Livorno. Lo fa con la capogruppo in Comune Valentina Barale.

"Nel dicembre 2019 l’amministrazione comunale siglò l’accordo su base volontaria volontario denominato ’Blue agreement’, coinvolgendo la Capitaneria di Porto di Livorno e soltanto quattro delle Compagnie di navigazione che fanno scalo nel nostro porto. – ricorda la Barale – Tale accordo, secondo l’amministrazione, avrebbe dovuto mettere in atto le buone procedure operative per ridurre e contenere le emissioni dei gas di scarico delle navi in entrata, in uscita e in ormeggio a Livorno. Solo in un secondo momento l’accordo è stato esteso anche all’Autorità di Sistema Portuale, ma al momento del rinnovo, nel 2021, una nota compagnia di navigazione non lo ha sottoscritto, nonostante ora sia ancor meno vincolante". La Barale precisa che tra i firmatari dell’accordo si annoverano "CIN Spa, FORSHIP Spa, Grimaldi Spa. È uscita dall’accordo Moby compresa Toremar".

Prosegue la Barale: "Le assessore Barbara Bonciani (porto) e Giovanna Cepparello (ambiente) si erano prese l’impegno di rendere noti i dati emersi dai monitoraggi sulla qualità dell’aria e di comunicarli alla cittadinanza, stabilendo anche eventuali azioni correttive; tali impegni erano poi stati ribaditi anche durante la discussione sulla nostra mozione, presentata in consiglio comunale a gennaio 2020, e in quell’occasione bocciata senza alcuna giustificazione da parte della maggioranza. Che cosa chiedevamo? Impegni più concreti e norme più restrittive per gli armatori e controlli più precisi e dettagliati da parte della capitaneria di porto rispetto al ’Blue agreement’, così da monitorare e ridurre le emissioni delle navi per tutelare l’ambiente e la salute di tutti".

A distanza di due anni da quando il ’Blue agreement’ è stato siglato "nessun dato concreto sulla qualità dell’aria e sull’impatto che i fumi delle navi hanno sul nostro territorio è stato pubblicato – sottolinea la Barale – e i risultati ottenuti appaiono insufficienti".

Senza peli sulla lingua definisce il ’Blue agreement’ come "l’ennesima azione di greenwashing, cioè una mano di verde su una superficie in pessimo stato. Una semplice dichiarazione d’intenti, per fare solo un po’ di propaganda spicciola, sfruttando temi ambientalisti".

Per queste ragioni "abbiamo depositato un’interpellanza per chiedere risposte chiare a chi quell’accordo ha firmato. L’atto, preventivamente condiviso anche con il Coordinamento Livorno Porto pulito, porterà le istanze di cittadini in consiglio comunale".

M.D.