"Ho avuto paura per mia madre"

Livorno, la vicenda di una donna di 92 anni che ha il Covid ma nessun medico dell’Usca è andato a visitarla

Migration

Un’anziana di 92 anni, invalida al 90%, con una insufficienza ad una valvola cardiaca e soggetta a problemi di pressione, ha contratto il Covid e nessun medico è andato a casa a visitarla. Nessuno eccetto un professionista (oggi in pensione e molto conosciuto a Livorno per la sua abnegazione), amico di famiglia che non ha esitato a mettersi a disposizione quando è stato contattato. "Tutto è iniziato il 21 febbraio quando mamma Gina ha avuto i primi sintomi, mal di gola e tosse insistente e un pochino di febbre – racconta la figlia – perciò le ho fatto il tampone rapido. Risultato: positivo. Ho chiamato chi sostituiva il nostro medico di famiglia assente per ferie. Non potendo portare mamma al drive throug, ho chiesto però l’ attivazione dell’Usca. Il 22 febbraio è arrivato a casa l’infermiere Usca per il tampone che ha confermato l’esito. Da quel momento il medico Usca l’ha presa in carico mia madre fino al 28 febbraio, ma solo telefonicamente. Nessuno è venuto a casa nonostante le mie ripetute richieste". "Mamma aveva 37,5 di temperatura all’inizio, un forte mal di gola con tosse persistente e una saturazione dell’ossigeno sempre più vicina al limite di guardia, monitorata ogni due ore e riferita al medico Usca e al sostituto del dottore di famiglia". Il sostituto, dopo che la figlia di Gina aveva insistito perché la vedesse, le ha risposto candidamente: "Non posso perché non ho le protezioni".

Inaudito dopo due anni di pandemia. E ha aggiunto: "Se la mamma ha una saturazione bassa, deve andare al pronto soccorso". A quel punto si è attivata la sorella (che abita fuori Livorno), medico che già dal 22 febbraio le aveva prescritto cortisone e antinfiammatorio, vitamina C e il monitoraggio continuo della saturazione. Il momento più critico è stato tra il 22 e il 24 febbraio. Visto il persistere della tosse, la sera del 24 febbraio la figlia di Gina (anche lei positiva al covid) ha telefonato ad un amico medico di Livorno per chiedergli se potesse visitare la mamma.

"Non ha esitato – riferisce la figlia di Gina – venerdì 25 febbraio è venuto a casa. Non indossava una tuta della Nasa. Ha visitato mamma, ha constatato che i polmoni non erano compromessi, ma ha riscontrato l’infiammazione alla gola e ha avallato la terapia avviata da mia sorella e il monitoraggio della saturazione". La figlia di Gina si è andata poi a leggere le regole di ingaggio del personale medico delle Usca. "Il medico dell’Usca interviene effettuando visite domiciliari su richiesta del medico di medicina generale per pazienti con infezione accertata da Sars-cov-2 in isolamento domiciliare, che non necessitano di ricovero ospedaliero ma di assistenza a domicilio". Inoltre "la visita a domicilio dei pazienti Covid costituisce parte integrante dei compiti del medico di medicina generale, a prescindere dalle funzioni attribuite alle Usca".

Purtroppo questa vicenda dimostra che ancora ci sono situazioni delicate, come questa della signora Gina, che non vengono prese in carico da chi dovrebbe invece garantire la dovuta assistenza.

Hai già un abbonamento?
Questo articolo è riservato agli abbonati

Accedi senza limiti a tutti i contenuti di iltelegrafolivorno.it e dei siti collegati.Naviga senza pubblicità!

ABBONAMENTO SETTIMANALE

2,30 € 0,79 € a settimanaper le prime 24 settimane. Addebito ogni 28 giorni.
Nessun vincolo di durata. Disdici quando vuoi
mese
anno