Il ricorso di Porto 2000 al Consiglio di Stato

Ieri la corte ha ascoltato per cinque ore gli elementi forniti dalla società contro l’acccordo per i passeggeri

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Il Consiglio di Stato ha dibattuto ieri, come avevamo preannunciato, le tematiche legate al ricorso della società Porto 2000 contro la decisione dell’Autorità portuale livornese di far operare altri operatori in quella che ritiene essere la sua “riserva” nel campo di servizi ai passeggeri. Come noto, la Porto 2000 è stata assegnata in base a una gara indetta dall’AdSP al raggruppamento di imprese che fanno capo alle società di Onorato e della MSC di Aponte.

La discussione si è protratta per alcune ore, i cinque membri del Consiglio di Stato che hanno preso atto della copiosa documentazione presentata dai legali della Porto 2000 e di contro da quelli dell’AdSP. Il pronunciamento della suprema Corte avviene in genere dopo una ventina di giorni, per cui le parti ritengono che si avrà prima di Natale.

Entrambe le parti in causa hanno cercato fino all’ultimo- come abbiamo scritto ieri- di evitare il giudizio della suprema corte cercando un compromesso: che era stato raggiunto sulla base di una lunga trattativa portata avanti dall’Autorità portuale ma ormai fuori tempo massimo, come avrebbero sostenuto legali della MSC. Da qui la discussione al Consiglio di Stato, già in calendario da alcuni mesi.

Sarebbero stati proprio i legali della società del Gruppo MSC a rifiutare la firma del compromesso proposto da palazzo Rosciano.

Non per il suo contenuto, che sembra fosse accettabile, ma per i tempi in cui è stato proposto: cioè troppo tardi per evitare il rischio di ricorsi da parte degli altri concorrenti alla gara, ricorsi per i quali esiste un tempo di almeno 60 giorni (o addirittura 90) della stipula del compromesso.