Il Tirreno battuto 3-0 dall’Adriatico

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Luca

Filippi

Emilia Romagna batte Toscana 3-0. Mentre nel Tirreno a Piombino si discute sul progetto del rigassificatore, sull’Adriatico a Ravenna c’è già un accordo per l’impianto, il sì alla costituzione di un hub nazionale per il gas e un grande parco off shore di rinnovabili con eolico e fotovoltaico.

Il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini punta anche sulla ripresa dell’estrazione del gas naturale in Adriatico per superare la fase di transizione energetica. E incassa il sì dei sindacati, di Confindustria e delle associazioni di categoria come Cna, perché naturalmente gli investimenti sul porto di Ravenna porteranno lavoro per tutti i comparti.

Qui in Toscana invece, come accade spesso, non si riesce a trovare una sintesi o comunque ci si muove molto lentamente. Il risultato alla fine sarà che Piombino perderà anche questo treno e i relativi investimenti con il corollario dei posti di lavoro. Del resto non è una novità. E’ già accaduto pochi anni fa a Rosignano dove Edison, Bp e Solvay avevano presentato proprio un progetto per un rigassificatore da realizzare al pontile di Vada che si spinge per circa 2 km in mare. Il territorio disse no a un investimento di circa 400 milioni di euro che oggi si sarebbe rivelato strategico, ma che già allora era importante per diversificare le fonti di approvvigionamento del gas. Non si tratta di accettare qualsiasi piano: l’ambiente deve essere salvaguardato, ma si può fare tenendo insieme le esigenze del lavoro e dell’economia e quelle dell’ecosistema. Se non si vuole nessun compromesso, allora bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di staccarsi dalla rete del gas e non usare l’energia fossile per la propria casa.